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UST: uomini guadagnano il 18,1% in più delle donne

Manifestazione in favore della parità salariale a Berna (foto d'archivio) KEYSTONE/ALESSANDRO DELLA VALLE sda-ats

(Keystone-ATS) La parità salariale in Svizzera è ancora lontana: per un posto di lavoro a tempo pieno e considerando tutte le categorie professionali, il salario mediano di un uomo era nel 2019 del 18,1% superiore a quello di una donna (72’800 contro 86’000).

Nel dettaglio, secondi i dati sul reddito da lavoro pubblicati oggi dall’Ufficio federale di statistica, il divario salariale maggiore lo si riscontra tra le categorie “dirigenti” e “professioni accademiche”: nei primi è del 23,0% (un uomo guadagna 130’000 franchi, 24’300 in più di una donna), nei secondi addirittura del 25,0% (salario degli uomini: 112’100, 22’400 franchi in più).

Divari percentuali superiori al 20% sono presenti anche nelle categorie meno retribuite: nelle “professioni artigianali” un uomo guadagna 74’100 franchi, 14’400 in più (24,1%) di una donna, tra gli “addetti a installazioni e apparecchi” i maschi hanno un salario di 71’500 franchi, di 13’200 superiore (22,6%) a quello delle loro colleghe.

Nei “nei servizi e nella vendita” gli uomini ricevono in media il 23,3% in più (+13’000 a 68’900 franchi), tra le “professioni tecniche” il divario è del 21,9% (17’000 in più a 94’500). Anche tra i “lavoratori non qualificati” la differenza è importante: qui gli uomini hanno un salario di 61’600 franchi, il 24,7% in più (o 12’200 franchi) di quello delle donne.

Una differenza di paga minore la si osserva nella categoria “impiegati d’ufficio e di commercio”, ma rimane comunque superiore al 10%: qui gli uomini guadagnano 78’000 franchi, 7’200 in più delle donne (10,2%).

Rispetto allo scorso anno, il divario salariale generale è calato di un punto percentuale. Nei singoli settori d’attività l’evoluzione è contrastata: la differenza retributiva è calata in particolare per i “dirigenti” (-8,2 punti), “servizi e nella vendita” (-4,8), “professioni artigianali” (-3,9), “addetti a installazioni e apparecchi” (-7,1) e “lavoratori non qualificati” (-8,1).

Il divario è invece aumentato tra le “professioni accademiche” (salito di 5,4 punti) e gli “impiegati d’ufficio e di commercio” (+5,3). Stabile quello delle “professioni tecniche” (leggero aumento di 0,2 punti).

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