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Vaud, scontro fra destra e sinistra per ultimi due seggi

Cambiamenti in vista in seno al consiglio di stato vodese? KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) La composizione definitiva del Consiglio di Stato vodese sarà conosciuta il 21 maggio, quando i cittadini si recheranno alle urne per attribuire i due seggi rimasti in palio dopo il primo turno svoltosi il 30 aprile.

Sei i candidati in lizza, ma il “vero” scontro avverrà fra le coalizioni della destra e della sinistra.

La prima – costituita da PLR, UDC e Verdi liberali – presenta un ticket a due formato dai consiglieri nazionali dell’UDC Jacques Nicolet e dei Verdi liberali Isabelle Chevalley, la cui candidatura è giunta a sorpresa all’indomani del primo turno. Il parlamentare democentrista, dal canto suo, era arrivato all’ottavo posto il 30 aprile, con il 40,3% dei voti.

La seconda coalizione – formata da PS e Verdi – allinea la consigliera di Stato ecologista uscente Béatrice Métraux e la consigliera nazionale socialista Cesla Amarelle. Nel primo turno, la responsabile del Dipartimento delle istituzioni e della sicurezza ha mancato la riconferma con il 48% dei voti, mentre la seconda è arrivata al settimo posto con il 43,5% dei suffragi.

Per entrambe le alleanze, l’obiettivo da raggiungere è la maggioranza in seno all’esecutivo cantonale, dominato attualmente dalla sinistra (tre esponenti del PS e una dei Verdi), mentre il Gran Consiglio è controllato da una maggioranza di destra.

Con la riconferma, al primo turno, di cinque dei sei consiglieri di Stato uscenti (i liberali radicali Pascal Broulis, Jacqueline de Quattro e Philippe Leuba, nonché i socialisti Pierre-Yves Maillard e Nuria Gorrite), gli elettori vodesi hanno plebiscitato la coesione e l’intesa, i “compromis dynamiques” concordati nel governo durante la trascorsa legislatura, hanno sottolineato i partiti socialista e ecologista, appoggiati dall’estrema sinistra.

“Qualora la destra dovesse occupare cinque seggi su sette, i sostenitori del compromesso saranno indeboliti in entrambi i campi. Ai compromessi subentreranno le tensioni”, ha avvertito Maillard. Sì, ma si tratterà di “tensioni costruttive”, ha ribattuto Pascal Broulis.

Oltre ai quattro candidati già citati saranno in corsa la democristiana Sylvie Villa per l’Alliance du Centre – che aveva ottenuto il 7,2% dei suffragi al primo turno – nonché l’indipendente Guillaume “Toto” Morand (8,5%).

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