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Venezuela e Giamaica, ecco dove si doveva investire quest’anno

(Keystone-ATS) Venezuela e Giamaica: sono queste i mercati su cui si sarebbe dovuto puntare quest’anno, volendo realizzare forti guadagni in borsa e disponendo dei necessari nervi saldi.

Dall’inizio del 2015 l’indice della piazza di Caracas – valutando la performance in dollari – ha guadagnato il 273%, mentre il Jamaica Stock Exchange è avanzato dell’82%. A titolo di confronto l’SMI – principale indice della borsa svizzera – ha lasciato sul terreno il 3%.

Il boom delle azioni in Venezuela – spiega un articolo odierno di Cash.ch, che riprende dati Bloomberg – è dovuto al fatto che gli investitori locali vedono nella borsa l’unico investimento che può dare un minimo di fiducia.

Il paese è infatti alla prese con una situazione politica instabile, una politica economica governativa ampiamente criticata e un’inflazione galoppante: proprio oggi il giornale El Nacional ha calcolato che per pagare il tradizionale pasto natalizio occorrono tre salari minimi mensili. Nuovi impulsi potrebbero però venire dalla vittoria della coalizione antichavista nelle elezioni tenutesi il 7 dicembre.

La Giamaica – secondo mercato più performante al mondo – è per contro una realtà molto piccola e difficilmente accessibile. Secondo Cash.ch il forte aumento potrebbe essere casuale e solo il futuro potrà dire se è in atto una tendenza.

Al terzo posto si classifica l’Ungheria, con Budapest che segna un +29%. Il paese, dominato da un governo di destra visto in modo molto critico, sembra tornare ad attirare capitali stranieri. Seguono poi Lettonia (+27%), Slovacchia (+21%), Malta (+20%), Danimarca (+20%) e Irlanda (+11%).

Sul fronte opposto i cali più consistenti sono stati segnati da Ucraina (-56%), Kazakistan (-51%), Colombia (-47%), Zambia (-46%), Brasile (-42%), Perù (-42%), Namibia (-42%) e Grecia (-32%). L’elenco presenta quindi diversi paesi emergenti. La Russia invece, che negli ultimi anni si è classificata una volta fra i primi e una fra gli ultimi, quest’anno mostra una certa stabilità: l’indice RTS è in flessione di circa il 4%.

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