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Vicenda UBS-USA: governo e UBS su banco imputati, rassegna stampa

(Keystone-ATS) BERNA – All’indomani della pubblicazione del rapporto delle Commissioni della gestione del parlamento sulla vicenda UBS, la stampa prende oggi di mira il Consiglio federale e la banca all’origine della crisi. Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) o persino azioni in giustizia vengono reclamate a gran voce.
Il rapporto presentato ieri è “devastatore”, le frasi che contiene sono “dure”, mostrano un ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz che agisce come se fosse “autistico”: questi i commenti estremamente severi che si possono leggere sui quotidiani elvetici.
Quel che emerge è “un’immagine del fallimento del Consiglio federale come organo e del ministro delle finanze in particolare”, scrive il “Tages-Anzeiger”. Come nella vicenda Gheddafi, per la “Berner Zeitung”, Merz “si è sopravvalutato”. Il liberale-radicale “non è all’altezza per affrontare sfide delicate e la pressione mediatica”, deplora il giornale bernese. “Deve quindi dimettersi”, ne deduce l'”Aargauer Zeitung”.
La stampa svizzerotedesca non è tuttavia unanime su un’eventuale commissione parlamentare d’inchiesta. Se la “Neue Zürcher Zeitung” la ritiene necessaria e il “Tagi” auspica persino “una causa civile contro UBS”, la “Berner Zeitung” dubita che una CPI possa far piena luce sulla vicenda ed incitare l’istituto bancario a una maggiore trasparenza.
Anche in Romandia, l’istituzione di una commissione d’inchiesta non è considerata da tutti la panacea di ogni male. Secondo “Le Temps”, il “tabù è talmente resistente” che una commissione d’inchiesta non basterebbe a “fare emergere tutta la verità”. Per “La Liberté”, invece, una CPI è auspicabile: “è giunto il momento di sottoporre UBS a uno scanner impietoso”.
Per “Le Temps”, la responsabilità incombe collettivamente alla “stragrande maggioranza del mondo politico e degli ambienti economici”. Anche il “Quotidien jurassien” mette gli ex dirigenti della grande banca sul banco degli imputati: “Non è troppo tardi per chiedere dei conti a coloro che si sono riempiti le tasche con l’indecente sistema dei bonus e con soldi guadagnati troppo facilmente”.

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