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Vicepresidente PLR Vincenzo Pedrazzini critica finanziamento UDC

(Keystone-ATS) Il vicepresidente del PLR Vicenzo Pedrazzini teme che i metodi di finanziamento in seno all’UDC mettano a repentaglio la democrazia. A suo avviso poche persone facoltose dominano il partito e con i soldi sono in grado di imporre le loro opinioni politiche in tutta la Svizzera.

È assolutamente noto che l’Unione democratica di centro (UDC) è finanziata da pochi miliardari e milionari come Christoph Blocher, Rudolf Matter e Walter Frey, afferma in un’intervista pubblicata oggi dalla “Neue Luzerner Zeitung” il politico originario di Campo Vallemaggia ora residente a Wollerau (SZ).

“Talora ho l’impressione che alcuni superricchi hanno costruito un partito per loro e grazie ad abbondanti mezzi finanziari possono imporre la loro opinione a tutta la Svizzera”, dice il responsabile della campagna elettorale del Partito liberale radicale (PLR). Se così tanti soldi provengono da così poche persone, allora manca un ampio sostegno: ciò è pericoloso e suscita preoccupazione, afferma Pedrazzini.

In seno al PLR, sul finanziamento della campagna per le elezioni federali di ottobre regna la trasparenza, dice il politico. Tutti sanno che i liberali radicali dispongono di 2,6 milioni di franchi. Nessuno invece sa con precisione quale sia il patrimonio a disposizione dell’UDC.

Christoph Blocher, sempre sulla “Neue Luzerner Zeitung”, giudica una “stupidata” le affermazioni di Pedrazzini. “Non finanzio il partito con doni, perché l’UDC non deve essere dipendente da singoli donatori”.

Il budget del PLR era stato reso noto dal presidente Fulvio Pelli lo scorso 26 dicembre, in un’intervista al “SonntagsBlick”. Ai 2,6 milioni di franchi citati da Pedrazzini vanno aggiunte le spese delle sezioni cantonali e dei singoli candidati.

Sulle cifre precise, in casa UDC le bocche sono cucite. Stando agli osservatori della vita politica svizzera, l’UDC per le elezioni del 2007 aveva speso circa 15 milioni di franchi. Il tesoro in vista di ottobre 2011 potrebbe essere del 30-50% superiore, ha detto all’ATS Louis Perron, esperto di campagne e consulente di partiti in Svizzera e all’estero.

Il finanziamento dei partiti in Svizzera fa pensare ad una “repubblica delle banane”, denuncia l’esperto zurighese. Le casse delle formazioni politiche sono alimentate da doni e contributi dei membri. L’origine dei fondi non deve essere dichiarata.

Il centrodestra, PLR compreso, finora si è sempre opposto con successo a qualsiasi progetto volto a conferire ai finanziamenti maggiore trasparenza a livello nazionale. Solo Ticino e Ginevra hanno adottato regole più severe.

Critiche al sistema elvetico sono giunte anche dall’associazione Transparency International e dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Vi è il rischio che i partiti si rendano dipendenti da potenti gruppi d’interesse, denunciano i due organismi.

Stando al presidente Christophe Darbellay, il Partito popolare democratico (PPD) dispone di circa tre milioni di franchi. Il PS ha messo in preventivo 1,5 milioni. Partito borghese democratico (PBD), Verdi e Verdi liberali sono nettamente distanziati: dovrebbero disporre di alcune centinaia di migliaia di franchi ciascuno. Stando alla segretaria generale Miriam Behrens, il partito ecologista ha preventivato 180’000 franchi per la campagna.

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