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Videosorveglianza a Urumqi contro proteste uighuri

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 - 10:42
(Keystone-ATS)

Il governo di Urumqi, capoluogo della provincia autonoma dello Xinjiang, a maggioranza uighura, ha deciso di mettere l'intera città sotto sorveglianza installando migliaia di telecamere. Lo riferisce l'Agenzia Nuova Cina. La città ha vissuto un anno e mezzo fa una serie di violente proteste.

Circa 17.000 telecamere sono state già installate lo scorso anno, per aiutare la polizia a sorvegliare oltre duemila luoghi pubblici. La copertura sarà ulteriormente estesa quest'anno. Al momento sotto controllo sono già 3400 autobus, 4400 strade, 270 scuole e 100 centri commerciali.

Da anni questa minoranza si batte contro il continuo annullamento della propria identità da parte dei cinesi di etnia Han, sempre più numerosi in zona.

Gli uighuri, che sono di religione musulmana, sono ritenuti responsabili dalle autorità cinesi dei gravi scontri etnici con gli Han nel luglio del 2009, quando le proteste di piazza degli uighuri furono soffocate nel sangue dalla polizia. Il bilancio degli scontri fu di almeno 197 morti 1700 feriti, anche se diverse Ong credono che il numero delle vittime sia maggiore. In seguito agli scontri, la polizia cinese ha operato anche moltissimi arresti.

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