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Vietare uso del megafono a manifestazione è anticostituzionale

Non sempre l'uso del megafono viene autorizzato. KEYSTONE/GEORGIOS KEFALAS sda-ats

(Keystone-ATS) Vietare l’uso a intervalli regolari di un megafono durante una manifestazione rappresenta una limitazione sproporzionata alla libertà di riunione garantita dalla Costituzione. Lo ha stabilito il Tribunale federale (TF), che ha accolto il ricorso di un’associazione.

Il caso in esame concerne una dimostrazione dell’ottobre 2018 a Vevey (VD). L’organizzazione Pour l’Égalité Animale (PEA), collettivo antispecista attivo dal 2014 in Romandia, aveva chiesto il diritto di manifestare un sabato dalle 14 alle 16 davanti al locale museo dell’alimentazione, con interventi di circa 5 minuti al megafono ogni quarto d’ora. L’autorità aveva dato il via libera alla riunione ma aveva negato l’uso del mezzo tecnico per ampliare la portata della voce, in ossequio al principio di salvaguardia della quiete pubblica. Un approccio giudicato corretto anche dal tribunale cantonale vodese.

Di altro avviso si è mostrato il TF, che ha volutamente statuito sul caso, sebbene nel frattempo non fosse più d’attualità, rilevando l’esistenza di una questione di principio. Nella sentenza pubblicata oggi i giudici di Losanna confermano che l’uso del suolo pubblico può essere limitato e che l’autorità ha la facoltà di emanare condizioni che i dimostranti devono rispettare. Nel caso in questione però l’uso del megafono era ragionevole e compatibile con l’imperativo della quiete pubblica, tenuto conto che l’azione sarebbe durata solo due ore in un pomeriggio di sabato. Il divieto è quindi stato ritenuto sproporzionato.

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