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Volkswagen: si “sgonfia” caso CO2, solo 36.000 auto coinvolte

(Keystone-ATS) il gruppo Volkswagen chiuderà l’anno peggiore della sua storia con una buona notizia: è stato infatti fortemente ridimensionato il caso delle manipolazioni delle emissioni di CO2, che riguarda a questo punto solo nove modelli, e dunque circa 36’000 veicoli.

Le stime iniziali fatte dalla stessa impresa ammontavano a una cifra ben maggiore: le auto ritenute a rischio erano infatti 800’000. E lo scarto, vistoso, è stato apprezzato in Borsa, dove il titolo del marchio ha segnato un netto rialzo (quasi il 5%).

Si tratta di quel filone dell’inchiesta interna sullo scandalo emissioni, che aveva fatto temere, fra l’altro, una estensione dall’impatto incalcolabile del cosiddetto “dieselgate” ai modelli a benzina.

“Il sospetto di modifiche illegali delle emissioni per serie attuali di veicoli non ha trovato conferma”, ha reso noto invece oggi VW, in una nota ufficiale, nella quale si citano “controlli interni”. Le verifiche sarebbero state realizzate anche dall’organo statale Kraftfarth-Bundesamt.

L’allarme sulle emissioni di ossido di carbonio, che nulla ha a che fare con il caso sollevato dall’inchiesta delle autorità americane sul software in grado di alterare i risultati dei test antismog sui cosiddetti Nox, arriva nel giorno in cui il presidio di Volkswagen si è riunito, presumibilmente per l’ultima volta nel 2015, per definire la nomina del presidente del personale: a partire da gennaio entrerà in carica Karlheinz Blessing, 58 anni, manager dell’acciaio, che subentra a Horst Neumann, in pensione da novembre.

“Blessing è una personalità dalle alte competenze imprenditoriali e sociali”, ha commentato il presidente del consiglio di sorveglianza Hans-Dieter Poetsch, sottolineando che assume l’incarico in tempi difficili, avendo dimostrato in passato di “saper gestire molto bene situazioni del genere”. “Ha saputo affrontare situazione difficili del punto di vista economico con responsabilità e senso di giustizia sociale”, ha commentato il presidente del consiglio di fabbrica Bernd Osterloh, che ha rinunciato a ricoprire proprio questo incarico qualche settimane fa, “per non lasciare i colleghi” in un momento così delicato.

Blessing avrà la responsabilità di 600 mila posti di lavoro, a livello globale. Nella complessa gestione della crisi esplosa col dieselgate, i vertici di Volkswagen hanno più volte ripetuto di non voler ricorrere a tagli di personale. A rischio ci sono però i lavoratori interinali, i primi trecento, ad Hannover, vedranno il loro contratto decadere senza un rinnovo a gennaio.

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