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Votazioni 5 giugno: CF respinge reddito di base incondizionato

(Keystone-ATS) Un reddito di base per tutti avrebbe pesanti conseguenze sull’economia svizzera e sul sistema di sicurezza sociale: lo sostiene il Consiglio federale che respinge quindi l’iniziativa “Per un reddito di base incondizionato” in votazione il 5 giugno.

L’iniziativa intende permettere a tutta la popolazione di condurre un’esistenza dignitosa e partecipare alla vita pubblica. Il Consiglio federale condivide questo obiettivo, che riflette per altro valori fondamentali sanciti dalla Costituzione, ma tale mandato deve continuare a essere perseguito con l’attuale e ben sviluppato sistema di sicurezza sociale, ha affermato oggi il ministro socialista Alain Berset in una conferenza stampa a Berna.

Il testo chiede alla Confederazione di istituire un reddito di base versato senza contropartita a tutti. I promotori dell’iniziativa propongono 2500 franchi al mese per gli adulti e 625 franchi mensili per i minorenni.

Con un tale reddito, le persone che guadagnano meno o poco più di 2500 franchi non avrebbero più motivo di lavorare, sottolinea il governo. È il caso dei lavoratori a tempo parziale, prevalentemente donne.

Ne conseguirebbe una diminuzione di mano d’opera – anche di personale qualificato – che comporterebbe un indebolimento dell’economia svizzera, delocalizzazioni e al contempo un aumento del lavoro nero, secondo il Consiglio federale.

Senza contare che il reddito di base incondizionato genererebbe costi elevati: basandosi su dati del 2012, la Confederazione ha calcolato un totale di 208 miliardi di franchi all’anno. Una gran parte dei costi potrebbe essere coperta da prelievi sui redditi da attività lucrativa e da trasferimenti di prestazioni della sicurezza sociale. Per il fabbisogno finanziario residuo, pari a 25 miliardi di franchi, sarebbe necessario realizzare cospicui risparmi o aumentare considerevolmente le imposte, stima il Consiglio federale.

Una tassa sulle transazioni finanziarie, come hanno proposto i promotori dell’iniziativa, sarebbe facilmente aggirabile. Le società passerebbero per altre piazze finanziarie, ha sottolineato Berset.

Per il consigliere federale sarebbe un’esperienza rischiosa introdurre un tale sistema in un solo Paese. “Siamo nel cuore d’Europa aperto alla circolazione delle persone. Chi avrebbe accesso a tale reddito, a quali condizioni?”.

Contrariamente a quanto annunciato dai promotori, l’introduzione di un reddito incondizionato non permetterebbe di semplificare il sistema di sicurezza sociale elvetica. “In molti casi, persone vulnerabili necessitano di un sostegno più costoso dei 2500 franchi previsti”, ha argomentato Berset.

Il reddito di base non potrebbe quindi semplicemente sostituire l’attuale sistema di assicurazioni sociali, frutto di una lenta e pragmatica evoluzione nel corso di decenni. Si aggiungerebbe a quest’ultimo rendendo la situazione più complicata.

La rete di sicurezza delle assicurazioni sociali è sostenuta dai Cantoni. Questi ultimi potrebbero essere reticenti a impegnarsi maggiormente per un sistema più complesso e più caro per loro, hanno detto Berset e Anne-Claude Demierre, vicepresidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali.

Additata dai promotori, che ritengono che ben presto non ci sarà più abbastanza lavoro per tutti, “la digitalizzazione delle attività professionali è una realtà e una sfida”, ha ammesso Berset, aggiungendo tuttavia che le nostre società hanno saputo sempre adattarsi, per esempio alle rivoluzioni industriali e del lavoro.

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