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Widmer-Schlumpf difende accordo fiscale con Germania

(Keystone-ATS) Mentre in Germania cresce l’opposizione all’accordo fiscale con la Svizzera, soprattutto da parte di verdi e socialisti, i ministri delle finanze dei due Paesi lo difendono.

L’accordo tra i due Paesi, firmato lo scorso settembre, prevede che gli averi di cittadini tedeschi depositati in Svizzera, e mai dichiarati al fisco germanico, vengano tassati una tantum, e che dal 2013 venga prelevata un ritenuta del 26,4% sui redditi di tale sostanza. Il tutto preservando l’anonimato e con effetto retroattivo al 2000. L’intesa prevede poi un meccanismo di controllo per verificare se i cittadini tedeschi siano stati correttamente tassati: le autorità fiscali germaniche possono chiedere assistenza amministrativa per 999 casi sull’arco di due anni.

La consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf sostiene che l’intesa offre poco margine di manovra per modifiche; tuttalpiù nel calcolo del numero medio di richieste d’informazioni. “Il Consiglio Federale ha definito dei parametri per i negoziati ed è in questo ambito preciso che è sorto l’accordo”, ha detto ieri a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos. “Si tratta di sapere – ha osservato – come si vuole raggiungere l’equità fiscale. Con la procedura di assistenza amministrativa si può perseguire un certo numero di casi, ma non più di qualche centinaio. Oppure si offre la possibilità a molte persone di eseguire in modo anonimo la dichiarazione fiscale. E questo è il nostro approccio; anche perché in tal modo il gettito fiscale è molto più alto”.

Wolfgang Schäuble, che la Widmer-Schlumpf incontrerà questa sera al WEF, in un’intervista odierna alla “Stuttgarter Zeitung” afferma che l’accordo costituisce un netto miglioramento rispetto alla situazione attuale. Inoltre – sottolinea – non si potrà mai avere una giustizia fiscale al 100% per quanto successo nel passato, “a prescindere da chi firma l’accordo e cosa esso stabilisca”.

Mercoledì, all’apertura del WEF a Davos, Eveline Widmer-Schlumpf ha incontrato brevemente anche Angela Merkel. La Cancelliera tedesca le ha detto chiaramente che è molto interessata alla ratifica dell’accordo fiscale.

Quest’ultimo suscita però anche parecchie critiche. Ieri sono state consegnate alle autorità federali a Berlino 84’000 firme contro l’accordo fiscale tra Germania e Svizzera. I promotori dell’iniziativa, di varie tendenze politiche, intendono fare pressione sul parlamento affinché non ratifichi un’intesa che, a loro parere, favorisce gli evasori fiscali.

Fra i maggiori oppositori vi sono gli stati regionali tedeschi a guida socialista (SPD) che vorrebbero altre concessioni; in particolare un netto aumento dei casi in cui le autorità fiscali germaniche possono chiedere assistenza amministrativa. È inoltre controversa la ripartizione dei proventi fra governo tedesco e giunte regionali, che non è stabilita nell’accordo fra Berna e Berlino.

In Germania c’è anche chi si oppone totalmente alla dichiarazione fiscale anonima. “Non siamo disposti a fare concessioni su punti importanti. E quindi non ci sarà alcun accordo”, ha detto il ministro dell’economia e delle finanze del Baden-Württember, Nils Schmid, al “Financial Times Deutschland”.

Critiche anche da parte della Commissione Europea, secondo la quale l’accordo fiscale fra Germania e Svizzera è in contrasto con il diritto europeo. Inoltre, l’esecutivo comunitario vorrebbe concludere con Stati terzi un accordo che sia valido per tutti e 27 i Paesi UE. Nell’intervista odierna, Schäuble ha però assicurato che con la commissione UE sono state chiarite tutte le questioni aperte e che da parte di Bruxelles “non c’è più alcuna obiezione”.

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