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Widmer-Schlumpf per un’ONU “forte, moderna ed efficace”

(Keystone-ATS) La presidente della Confederazione Eveline Widmer-Schlumpf si è espressa martedì davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Uniti a New York per un’ONU “forte, moderna e efficace”. Ha in particolare evocato la situazione in Siria, la riforma del Consiglio di sicurezza e il decimo anniversario dell’adesione della Svizzera all’Onu.

Eveline Widmer-Schlumpf è stata la 17esima capo di stato o di governo ad esprimersi davanti all’Assemblea ieri pomeriggio. Nel quadro del decimo anniversario del’adesione della Svizzera alle Nazioni Unite ha ricordato che “l’ONU e la Svizzera condividono gli stessi valori e perseguono obiettivi comuni”.

La Consigliera federale ha citato “la promozione della pace e della sicurezza, lo sviluppo durevole, la difesa e la promozione dei diritti dell’uomo e l’aiuto d’urgenza alle vittime dei conflitti e delle catastrofi naturali”.

Se “vuole essere all’altezza delle sfide che le sono lanciate, l’ONU deve mostrarsi efficiente, innovativa e attiva”, ha aggiunto la consigliera federale davanti all’Assemblea.

Sui temi conflittuali, l’ONU deve riuscire “a sormontare i blocchi per proporre delle soluzioni. Il ricorso al diritto di veto in seno al Consiglio di sicurezza è difficilmente giustificabile in caso di genocidi, di crimini di guerra o di crimini contro l’umanità”, ha aggiunto.

“Per questo la Svizzera, con altri paesi, continua a rivendicare una riforma dei metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza. La sua trasparenza e la collaborazione con altri organi dell’ONU devono essere migliorate e il diritto di veto essere limitato”, ha aggiunto la presidente della Confederazione.

A nome della Svizzera, ha quindi chiesto di portare la situazione in Siria davanti alla Corte penale internazionale (CPI). “La Svizzera chiede che gli autori di gravi violazioni dei diritti dell’uomo rispondano delle loro azioni. L’impunità di questi autori non è solo immorale. Compromette anche il processo di riconciliazione che si mette in moto in una società dopo una guerra”.

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