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Yemen: ribelli in centro Aden, preso palazzo presidente

(Keystone-ATS) Duro colpo oggi in Yemen per la coalizione guidata dall’Arabia Saudita: gli insorti sciiti filo-iraniani hanno conquistato il centro di Aden, principale porto nel sud del Paese e ultima roccaforte dei sostenitori del deposto presidente Abed Rabbo Mansur Hadi.

E mentre si diffondevano voci dello sbarco nei pressi di Aden di “truppe straniere”, miliziani locali di al Qaida hanno approfittato dell’ormai dilagante caos in tutto lo Yemen per prendere il controllo di Mukalla, un altro importante porto a est di Aden. I miliziani hanno assaltato il carcere e hanno liberato circa 300 prigionieri, tra cui un leader di spicco dell’ala yemenita di al Qaida, Khaled Baterfi, detenuto dal 2011.

La notizia dello sbarco delle truppe straniere è stata riferita da media autorevoli che citano testimoni locali, ma sulla loro nazionalità è buio fitto. Secondo osservatori locali, non si tratterebbe di militari in appoggio alla coalizione filo-saudita. Ma potrebbero essere militari cinesi incaricati di proteggere l’evacuazione dei loro connazionali. La fregata Linyi, secondo quanto riferisce Pechino, ha lasciato stamattina il porto di Aden con a bordo 571 cinesi e 225 persone di dieci paesi, tra cui degli italiani.

Anche dal Cairo, un aereo russo è decollato verso Sanaa per evacuare il personale dell’ambasciata e altri connazionali che vogliono lasciare il Paese. Il consolato generale russo ad Aden, che ieri era rimasto danneggiato durante un raid aereo della coalizione, ha sospeso le operazioni. E come altri edifici abbandonati, la sua sede è stata è stata – secondo Mosca – presa di mira dagli sciacalli.

Nonostante le ultime 48 ore di intensi bombardamenti aerei dei caccia sauditi e dei Paesi del Golfo alleati di Riad, i miliziani Huthi, che da settembre si sono impadroniti del potere a Sanaa, hanno preso il palazzo presidenziale Maashiq di Aden, situato su una collina che si affaccia sull’Oceano indiano.

Gli Huthi, membri dello zaidismo, una branca dello sciismo a cui appartiene anche l’ex presidente Ali Abdallah Saleh, sono sostenuti nella loro avanzata proprio dalle milizie fedeli al deposto Saleh, uscito di scena dopo le proteste del 2011 e per decenni sostenuto dall’Arabia Saudita e dagli Usa.

Saleh e l’esercito governativo di Sanaa hanno per almeno 10 anni fatto la guerra agli Huthi, mentre nelle ultime settimane Saleh si è alleato proprio con i suoi ex nemici per tentare di scalzare il suo rivale Hadi e tornare a svolgere un ruolo di primo piano nel Paese.

I combattimenti delle ultime ore ad Aden sono avvenuti in particolare nel distretto di Khor Maksar. Testimoni hanno detto che molti residenti sono fuggiti e hanno raggiunto il porto nella speranza di allontanarsi dalla città. Nel palazzo presidenziale era rimasto fino a pochi giorni fa il presidente Hadi, dopo essere fuggito da Sanaa nello scorso febbraio.

Intanto nel nord del Paese, un militare delle guardie di frontiera saudite è stato ucciso e altri dieci feriti da colpi sparati da oltre il confine con lo Yemen.

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