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Zimbabwe: Mugabe compie 93 anni, “nel 2018 mi ricandido”

Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe. KEYSTONE/EPA/AARON UFUMELI sda-ats

(Keystone-ATS) Robert Mugabe, l’uomo forte dello Zimbabwe il cui potere ha ormai attraversato senza interruzione quasi quattro decenni, compie oggi 93 anni – un record tra i capi di Stato che non sono di famiglia reale.

Contemporaneamente annuncia che l’anno prossimo si ricandiderà, promuovendo però nello stesso tempo le “ambizioni politiche” della moglie Grace, 42 anni più giovane di lui e che lui descrive come “i fuochi d’artificio” nella sua vita.

E perché il “buon compleanno” sia indimenticabile – dopo che l’Unione Europea gli ha “regalato” un nuovo pacchetto di sanzioni – ha indetto festeggiamenti da due milioni di dollari per sabato prossimo, in un Paese poverissimo e in cui anni di iperinflazione hanno cancellato la valuta nazionale.

Intervistato dalla tv di Stato Zbc, Mugabe, che è presidente da quando nel 1980 l’allora Rhodesia da colonia britannica divenne indipendente cambiando il nome in Zimbabwe, ha lanciato “affettuosamente” la palla nel campo della 51enne moglie Grace, sposata 21 anni fa. E così – in un’intervista che denunciava tutto il peso dell’età, con lunghe pause, un tono di voce a volte quasi impercettibile e gli occhi per lo più chiusi e il continuo afflosciarsi sulla poltrona – ha dichiarato che il suo partito, lo Zanu-Pf, “vuole che io mi candidi alle elezioni del 2018, in tutto il partito vogliono che mi candidi (…) e la maggioranza della gente pensa che non ci sia un sostituto, un’altra personalità accettabile, accettabile come me”. “Il popolo, si sa, vorrebbe giudicare chiunque basandosi sul paragone con Robert Mugabe”, ha aggiunto.

Ma poi, forse rendendosi conto che le forze potrebbero anche non assisterlo per un intero nuovo mandato quinquennale che inizierebbe l’anno prossimo, ha spezzato una lancia a favore della consorte, “molto esperta”, dal “carattere forte” e “decisamente ben accetta al popolo”. Grace, ha detto Mugabe, è stata scelta dal partito come capo della sezione femminile, “che le riconosce delle ambizioni politiche”. Lei gli aveva già fatto da sponda la settimana scorsa, ripresa sugli schermi della stessa Zbc mentre parlava a un comizio, dove aveva detto di suo marito: “Il numero di chi vuole che si candidi è enorme e io non voglio contrariarli”. E dunque, “se Dio decide di prenderselo, allora lo candideremo anche da morto”.

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