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Venezuela: Ortega, sono vittima di vendetta totalitaria

Perquisita la casa dell'ex procuratrice Luisa Ortega Diaz KEYSTONE/EPA EFE/MIGUEL GUTIERREZ sda-ats

(Keystone-ATS) ”E’ così che il governo di Maduro e Cabello pretende di porre fine alla nostra lotta per la democrazia”: con queste parole l’ex Procuratrice Generale del Venezuela, Luisa Ortega Diaz, ha commentato la perquisizione del suo appartamento.

”In questo momento, il Sebin (i servizi di intelligence venezuelani) sta perquisendo la mia casa, è parte della vendetta di questo governo per aver lottato contro il totalitarismo che esiste in Venezuela”, ha aggiunto Ortega Diaz.

Nelle stesse ore è stato chiesto l’arresto del marito della procuratrice, in base a una serie di grave denunce presentate dal suo successore alla Procura, Tarek William Saab. Saab afferma di possedere documenti che dimostrano che Ortega Diaz e il marito – il deputato chavista German Ferrer – erano a capo di una “banda di estorsori”, una “mafia transnazionale” che ricattava le persone messe sotto inchiesta dalla Procura.

Le accuse di Saab – che ha ordinato la perquisizione dell’appartamento dove viveva Ortega Diaz, passata alla clandestinità da oltre una settimana – si basano su denunce presentate dal numero due del partito chavista, Diosdado Cabello, secondo il quale la ex Procuratrice “ricattava i responsabili delle aziende della Pdvsa (la petroliera statale) chiedendo somme di danaro per non finire in prigione”.

Saab ha esibito in una conferenza stampa quello che ha presentato come “documenti originali” che dimostrano che il marito di Ortega Diaz e un dirigente della Procura hanno aperto conti in banca nelle isole Bahamas, dove hanno depositato almeno 6 milioni di dollari.

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