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Leila Khaled a Lucerna chiede il ritorno dei rifugiati palestinesi

Leila Khaled intervistata dai giornalisti, sabato a Lucerna Keystone

Nel corso del suo viaggio in Svizzera, l'ex terrorista palestinese si è espressa sabato sera davanti a un'ottantina di persone - soprattutto militanti di estrema sinistra e immigrati dei paesi arabi. I membri del governo e i rappresentanti dei partiti hanno boicottato l'incontro, durato tre ore, al ristorante "Parterre" di Lucerna.

L’ex terrorista ha detto di non essere sorpresa dalla controversia suscitata dalla sua venuta in Svizzera. «Comunque spero di essere accolta bene, come un qualunque essere umano che viene a parlare in favore del suo popolo e difendere la causa dei palestinesi», ha spiegato al telegiornale romando la donna, che dopo una tappa lunedì a Ginevra è attesa martedì a Zurigo, per partecipare alle manifestazioni del Primo maggio.

A Lucerna, la militante ha ribadito la sua rivendicazione principale: il diritto al ritorno dei palestinesi fuggiti a partire dal 1948, come stipulato nella risoluzione 194 dell’ONU. L’ex terrorista ha giustificato la lotta armata per raggiungere questo scopo.

Israele deve dapprima riconoscere il diritto all’esistenza del popolo palestinese, secondo Leila Khaled. La palestinese ha citato l’Africa del Sud come modello per la lotta politica a favore della Palestina. Come all’epoca dell’apartheid, la comunità internazionale deve boicottare l’economia per fare pressione su Israele.

L’invito alla manifestazione del Primo Maggio a Zurigo della Khaled – militante del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP) che ha partecipato, nel 1969-70, al dirottamento di due aerei, senza tuttavia causare vittime – ha suscitato aspre critiche. L’ex terrorista, giunta venerdì per la prima volta in Svizzera, difende infatti l’uso delle armi da parte dei palestinesi contro Israele e non rinnega il suo passato.

swissinfo e agenzie

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