
Rinviata la decisione sull’estradizione di Lojacono-Baragiola

La Camera d'accusa del Tribunale d'appello di Bastia ha rimandato al 13 settembre l'esame della domanda di estradizione di Alvaro Lojacono-Baragiola. Lo si è appreso mercoledì a Bastia da fonti giudiziarie francesi.
Il rinvio è stato chiesto dagli avvocati del ticinese, arrestato lo scorso 2 giugno in Corsica. L’Italia ha chiesto ufficialmente alla Francia l’estradizione dell’ex-brigatista rosso.
Alvaro Lojacono-Baragiola, 45 anni, ha sulle spalle una condanna all’ergastolo nel processo Moro-quater, per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro, condanna diventata definitiva il 14 maggio del 1997.
Lojacono-Baragiola era entrato nella colonna romana delle Brigate rosse dopo una militanza nei gruppi dell’estrema sinistra romana, che lo aveva visto coinvolto, tra l’altro, nella vicenda dell’uccisione, avvenuta a Roma nel 1975, dello studente greco di destra Mikis Mantakas. Per questo episodio è stato condannato a 16 anni, con sentenza definitiva.
Secondo la giustizia italiana, Lojacono-Baragiola aveva partecipato al sequestro Moro, facendo parte del commando delle Br che agì in via Fani. Dei membri di quel commando, con Alessio Casimirri e Rita Algranati, è uno dei brigatisti coinvolti nelle vicende giudiziarie del caso Moro solo in un secondo tempo.
Dopo alcuni anni di latitanza, si era rifugiato in Svizzera, a Croglio, nel Canton Ticino, dove vive la madre Ornella Baragiola, cittadina elvetica. In Svizzera ha ottenuto la cittadinanza, prendendo il cognome della madre.
Le autorità svizzere lo hanno arrestato nel 1988 a Lugano e lo hanno poi processato per l’uccisione del giudice Tartaglione. Condannato in prima istanza all’ergastolo, in appello si era visto ridurre la pena a 17 anni di reclusione. Dopo nove anni di detenzione, Baragiola ha ottenuto la semilibertà nel 1997 per seguire corsi di giornalismo e nell’ottobre 1999 è tornato in libertà.
swissinfo e agenzie

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