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Raid su torre dei media a Gaza, razzo uccide a Tel Aviv

Il conflitto in Medio Oriente si è nuovamente infiammato: l'attacco da parte di Israele nei confronti della Palestina è stato criticato dalla comunità internazionale KEYSTONE/AP/Hatem Moussa sda-ats

(Keystone-ATS) La guerra divampa in Medio Oriente: il bilancio delle vittime e dei feriti, tra cui anche bambini, nel conflitto israelo-palestinese continua a crescere. E subito è stata ferma la condanna internazionale, Usa inclusi, nei confronti degli attacchi da parte di Israele.

Oggi l’aviazione israeliana ha colpito il grattacielo al-Jala, nel centro di Gaza, dove hanno sede al-Jazeera e agenzie internazionali tra le quali l’Associated Press. Immediata la condanna pure da parte della Casa Bianca, con il presidente Joe Biden che ha sentito al telefono il premier israeliano Benyamin Netanyahu affermando di essere preoccupato per le vittime civili israeliane e palestinesi, che comprendono anche bambini, e per la sicurezza dei giornalisti la cui protezione deve essere rafforzata.

Per la prima volta dal suo insediamento, il presidente statunitense ha anche parlato con il leader palestinese Abu Mazen. Con il quale, secondo l’agenzia Wafa, ha sottolineato gli “sforzi americani con le parti per riportare la calma e ridurre la violenza nella regione”.

In un’altra giornata, la sesta, di altissima tensione tra israeliani e palestinesi i razzi lanciati da Gaza su Tel Aviv e i suoi dintorni hanno ucciso un uomo di 50 anni in quella definita una risposta all’attacco al campo profughi di al-Shati, nel nord della Striscia, che ha fatto registrare un drammatico bilancio: la strage di 8 bambini, rimasti uccisi insieme a due donne.

L’attacco dell’aviazione israeliana, dopo un preavviso, alla torre dei media al-Jala ha scatenato la dura protesta dei media: ai piani alti di quell’edificio erano ospitati gli uffici della tv al-Jazeera e delle agenzie internazionali tra cui l’Associated Press (Ap). Un raid che ha suscitato la reazione non solo dei media stessi, ma anche della Casa Bianca. “La sicurezza dei media – ha stigmatizzato in una nota – è una responsabilità essenziale”. Netanyahu in una telefonata con Biden ha ribadito che Israele “fa tutto il possibile per evitare di colpire persone non coinvolte. La prova è che le torri, al cui interno c’erano obiettivi terroristici sono state sgomberate dalle persone non coinvolte”. Poco prima il portavoce militare israeliano aveva ribadito che Hamas “ha trasformato zone residenziali a Gaza in postazioni militari. Usa edifici elevati per fini militari di vario genere come la raccolta di informazioni di intelligence, la progettazione di attacchi, operazioni di comando e controllo, e per le comunicazioni”.

I vertici dei media hanno reagito con durezza: “Siamo sconvolti e inorriditi”, ha denunciato la Ap. “Questo episodio – ha detto il numero uno dell’agenzia Gary Pruitt – rappresenta uno sviluppo incredibilmente inquietante della situazione”. Al Jazeera ha bollato il raid aereo israeliano “come un chiaro atto per impedire ai giornalisti di svolgere il loro sacro dovere di informare il mondo. Vuol dire mettere a tacere i media e nascondere la carneficina e la sofferenza indicibili della popolazione di Gaza”.

Sul campo, nel frattempo, lo scontro si fa sempre più duro. Da Gaza sono arrivati da inizio conflitto circa 2.400 razzi: la parte più colpita è stato il sud del Paese. Ma, dopo alcuni giorni di pausa, decine si sono abbattuti anche su Tel Aviv e la zona metropolitana costringendo la gente – compresa quella in spiaggia – a correre nei rifugi. A Ramat Gan, sobborgo cittadino sede di alcune ambasciate internazionali, i missili hanno centrato una casa uccidendo un uomo e danneggiato edifici intorno.

Finora in Israele i feriti sono 140 e 10 i morti in totale: 8 colpiti direttamente dai razzi, 2 per gli effetti collaterali. Hamas – mentre a Gaza le vittime sono 145 (di cui 41 bambini) e i feriti circa 1.100 – ha rivendicato la salva di razzi su Tel Aviv “come risposta alla strage”, durante un attacco dell’aviazione israeliana, della famiglia Abu Hatab di cui, secondo fonti a Gaza, si è salvato solo un bambino estratto dalle macerie. Israele ha replicato che il raid era diretto a colpire alti esponenti di Hamas che si trovavano a Shati e che l’organizzazione terroristica “usa deliberatamente civili come scudi umani per proteggere le proprie attività ostili”.

La situazione non accenna a un rallentamento. In Israele è arrivato l’inviato di Biden, Hady Amr, vice assistente per gli affari palestinesi e israeliani, nel tentativo di trovare una mediazione. Secondo i media nelle prossime ore avrà contatti con le parti per cercare di mettere fine al conflitto.

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