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Coronavirus, “impariamo da quanto avviene in Israele”, epidemiologo

Tel Aviv, dopo le prime riaperture. KEYSTONE/AP/SEBASTIAN SCHEINER sda-ats

(Keystone-ATS) Israele è stato tra i paesi più veloci a vaccinare contro il Covid-19, ma il successivo allentamento delle misure è arrivato troppo presto. Lo sostiene l’epidemiologo Andreas Cerny in un’intervista alla SonntagsZeitung. “Dovremmo imparare qualcosa”, avverte.

“Le distensioni adottate da Israele erano troppo precoci e troppo ampie per una copertura vaccinale del 60%”, secondo Cerny. Per quanto riguarda la Svizzera, l’epidemiologo avrebbe auspicato una riapertura più lenta di quella decisa dal Consiglio federale e che è entrata in vigore ieri.

Gli allentamenti, l’estate con le vacanze e altri eventi, come pure la diffusione della variante delta sono “un mix esplosivo”, afferma con preoccupazione Cerny. Un aumento dei casi e una quarta ondata sono cosa praticamente sicura.

Le discussioni che hanno avuto luogo nell’estate e nell’autunno del 2020 sul rafforzamento delle misure sanitarie e sulle nuove chiusure ritorneranno. Se il numero di casi aumenterà di nuovo, si dovranno adottare provvedimenti mirati, assicura l’epidemiologo.

Se il numero di casi dovesse crescere senza controllo in autunno, anche con un tasso di vaccinazione del 70%, gli ospedali e le unità di terapia intensiva potrebbero essere nuovamente sovraccarichi, avverte Cerny. Un modo per limitare il rischio è quello di avere eventi a cui si può accedere solo con un certificato Covid, aggiunge.

Israele ha inasprito venerdì le misure sanitarie. L’obbligo di indossare una mascherina nei luoghi al chiuso – eliminato a metà mese – è tornato in vigore. Lunedì, per la prima volta da aprile, Israele ha registrato più di 100 nuovi casi in un giorno.

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