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Giornali online: un terzo dei commenti censurato per insulti

(Keystone-ATS) I lettori che commentano gli articoli dei giornali online mettono spesso a dura prova le redazioni. Migliaia di interventi vengono inviati giornalmente, con una rilevante quantità di insulti e oscenità.

Da circa un mese la “NZZ” ha reagito limitando notevolmente la possibilità di dire la propria opinione. Nella sezione dedicata ai commenti l’ambiente era infatti sempre più aggressivo, ha motivato la testata zurighese: “dove prima i lettori discutevano su temi controversi, sempre più spesso si arrivava agli insulti”.

Anche altri giornali online intervengono regolarmente per moderare i toni. Fino a un terzo dei commenti non può essere pubblicato, ha mostrato un sondaggio dell’ats effettuato fra diverse aziende mediatiche. I motivi principali delle censure riguardano razzismo, diffamazione, insulti e sessismo.

Non solo i contenuti, ma anche il numero dei commenti mette in difficoltà le redazioni, tanto che la quantità eccessiva di interventi obbliga spesso alla chiusura di questa funzione. Fino a 15’000 lettori vogliono ad esempio dire ogni giorno la propria su “20 Minuten”. Un numero che richiederà un aumento del personale dedicato ai controlli.

“Tages-Anzeiger/Newsnet” ha limitato il numero di articoli commentabili già a metà 2015. Nonostante questo, arrivano circa 3’200 commenti al giorno. Al Blick giungono grosso modo 2’000 interventi mentre, vista la quantità di materiale, diverse testate romande hanno delegato il controllo dei commenti a una ditta francese. “Le Matin” ha invece imposto un’identificazione con nome, cognome e numero di telefono, un sistema che ha drasticamente diminuito la necessità di intervento da parte della redazione.

I temi che surriscaldano più gli animi sono generalmente la protezione degli animali, il femminismo e l’asilo, ha spiegato Lea Stahel dell’istituto di sociologia dell’Università di Zurigo. I toni accesi, secondo l’esperta, sono riconducibili alla parziale anonimità e al fatto che – a differenza che nella vita reale – raramente si pagano le consguenze di ciò che si dice.

Secondo Julia Metag, professoressa in scienze delle comunicazioni all’Università di Friburgo, gli uomini di una certa età sono particolarmente attivi online. Spesso si tratta di persone con forti convinzioni, che vogliono chiarire il loro punto di vista ma sono poco interessati all’opinone degli altri. Sovente sono convinti di essere portavoce della maggioranza della popolazoine.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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