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Presidente banchieri non commenta bonus stellari

Non ha voluto prendere posizione sui compensi milionari a doppia cifra. KEYSTONE/PPR/OBS/SCHWEIZERISCHE BANKIERVEREINIGUNG sda-ats

(Keystone-ATS) Il presidente dell’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) Herbert Scheidt si chiama fuori dal dibattito sui compensi stellari dei top manager del settore. “Sul tema stipendi non desidero dire nulla”, afferma l’ex Ceo di Vontobel Herbert Scheidt.

“È una questione che concerne le assemblee generali dei singoli istituti e che è anche regolata dalle disposizioni dell’iniziativa Minder”, aggiunge Scheidt in un’intervista pubblicata oggi dalla Schweiz am Wochenende.

Le grandi banche – puntualizza il presidente dell’ASB con doppia cittadinanza svizzera e tedesca – sono in concorrenza internazionale e devono guardare in quale misura i dirigenti vengono pagati altrove. “La Svizzera vuole avere dei gruppi internazionali, anche grandi aziende come Roche o Novartis, ma riguardo agli stipendi si auspicano standard elvetici: il problema è questo”.

All’intervistatore che sostiene come il paragone calzi poco, perché Roche e Novartis giocano veramente in una lega top a livello internazionale, mentre UBS e Credit Suisse sono state notevolmente ridimensionate, Scheidt risponde che “il dimezzamento dei bilanci non è stata un’azione volontaria dei grandi istituti”. “Si sono dovuti separare di parte dell’investment banking: questo era l’obiettivo dichiarato dei regolatori”.

Secondo il 58enne il settore bancario ha fatto però molto per migliorare la sua immagine ed è riuscito nell’intento. Il cambiamento strutturale degli ultimi anni “è stato padroneggiato molto bene”, aggiunge Scheidt, che mette anche in guardia dal prendere sotto gamba un eventuale rifiuto dell’accordo quadro con l’Ue. Ne risulterebbe “un drastico peggioramento della nostra concorrenzialità”, si dice convinto.

Il tema dei bonus stellari per i piani alti delle banche sta tornando di rovente attualità in Svizzera in particolare con l’avvicinarsi delle assemblee generali degli azionisti di UBS e Credit Suisse. In entrambi gli istituti il 2018 è stato caratterizzato da una pioggia di milioni sui dirigenti che diversi azionisti – in possesso di titoli il cui valore è fortemente diminuito – hanno poco apprezzato. Simbolo della prassi delle due banche sono le retribuzioni dei presidenti delle direzioni, Sergio Ermotti e Tidjane Thiam, che sono ammontate rispettivamente a 14,1 e 12,7 milioni di franchi.

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