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Assad si riavvicina a Erdogan e bombarda i curdi

Assad bombarda regioni settentrionali in mano ai curdi. KEYSTONE/AP SANA/UNCREDITED sda-ats

(Keystone-ATS) Le truppe di Bashar al Assad bombardano i curdi, e la Turchia del suo arcinemico Recep Tayyip Erdogan applaude, ipotizzando per la prima volta che il presidente siriano possa svolgere un ruolo nella transizione del suo Paese.

Gli ultimi sviluppi del conflitto in Siria, insieme con le tensioni che si riaccendono tra i curdi iracheni e il governo di Baghdad, sembrano indicare che i maggiori attori regionali stanno già valutando gli assetti – e i possibili conflitti – nel Medio Oriente del dopo Isis e dopo guerra siriana.

Per il terzo giorno consecutivo, ha riferito l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), le forze siriane hanno bombardato oggi le postazioni delle forze di autodifesa curde Ypg nella regione nord-orientale di Hasaka.

Quelle sostenute dagli Usa in funzione anti-Isis, nonostante siano vicine al Pkk, l’organizzazione separatista dei curdi turchi che gli stessi Stati Uniti e la Ue considerano “terroristica”. Washington ha inviato ieri anche suoi jet sulla regione di Hasaka per prevenire bombardamenti contro le proprie forze speciali sul terreno.

I combattimenti degli ultimi giorni, che secondo il sito curdo iracheno Rudaw hanno provocato 14 morti tra i miliziani dell’Ypg e i civili, sono stati spiegati da Damasco come risposta alle “provocazioni” dei curdi a Hasaka, controllata in parte dalle truppe governative e in parte dalle milizie curde, che finora avevano evitato di venire a contatto. Ma la cosa più interessante è che Damasco ha indicato le milizie dell’Ypg come “l’ala militare del Pkk”.

Tale identificazione è abitualmente usata dalla Turchia, che ha visto con preoccupazione negli ultimi mesi le milizie dell’Ypg rafforzarsi sempre di più alle sue frontiere grazie ai successi militari contro lo Stato islamico. L’ultimo di questi, la settimana scorsa, la presa della città di Manbij.

Il premier turco Binali Yildrim ha salutato oggi l’apertura del nuovo fronte siriano affermando che anche Damasco comincia a vedere i curdi come una minaccia. Contemporaneamente Yildrim, con una decisa virata rispetto alla linea intransigente seguita finora, ha detto che la Turchia è disposta “sedersi e parlare (con Assad) durante la transizione” per una soluzione del conflitto.

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