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“Il tasso ipotecario di riferimento per ora non cambierà”

Keystone-SDA

Nessun cambiamento in vista per gli inquilini, almeno per il momento: fra dieci giorni il tasso ipotecario di riferimento resterà immutato, affermano gli analisti di UBS.

(Keystone-ATS) Dovrebbe rimanere allo stesso livello per il resto dell’anno, sempre che la Banca nazionale svizzera (BNS) non porti il tasso guida in territorio negativo.

Concretamente quindi il 2 giugno – la comunicazione giungerà dall’Ufficio federale delle abitazioni (UFAB) – l’indicatore dovrebbe attestarsi all’1,50%, cioè al livello deciso il 3 marzo, quando era stato abbassato dall’1,75%, la prima flessione da cinque anni a questa parte.

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“Dopo che i due aumenti del tasso ipotecario di riferimento del 2023, insieme all’inflazione più elevati, hanno portato ad incrementi dell’affitto fino al 10%, molti inquilini possono aspettarsi un lieve alleggerimento nell’anno in corso”, scrivono gli esperti di UBS. “La richiesta di riduzione effettiva per le famiglie il cui affitto netto si basava in precedenza sul tasso di riferimento dell’1,75% sarà probabilmente di circa il 2%, nella maggior parte dei casi”.

Non è inoltre da attendersi una ripresa a breve dei tassi: la politica doganale del presidente americano Donald Trump sta pesando sulla crescita economica, cosa che ha portato a un calo delle aspettative sull’evoluzione degli interessi in Svizzera, spiegano gli specialisti della banca guidata da Sergio Ermotti.

“Affinché il tasso di riferimento torni a salire all’1,75% entro la fine dell’anno sarebbe necessaria un’inversione di tendenza nella politica monetaria, con un aumento del tasso guida a circa l’1%. Ciò avrebbe come presupposto una rapida riduzione delle incertezze legate alla politica commerciale statunitense, il ritorno a una crescita più sostenuta e l’indebolimento del franco. Al momento riteniamo improbabile questo scenario, ma un aumento del tasso ipotecario di riferimento in seguito a una normalizzazione della politica monetaria è ipotizzabile a partire dalla fine del 2026”.

Viene invece considerata in crescita la probabilità di un ulteriore calo dell’indicatore “Ciò potrebbe essere reso possibile da un ritorno ai tassi di interesse negativi e da un calo delle aspettative sui tassi di interesse, che renderebbe più convenienti anche le ipoteche a tasso fisso. Questo scenario potrebbe concretizzarsi se la BNS si trovasse di fronte a tendenze deflazionistiche, a pressioni al rialzo ancora più forti sul franco o a una recessione globale”, concludono i professionisti di UBS.

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