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Aiuto rifugiati vuole statuto di protezione umanitario unico

(Keystone-ATS) L’Organizzazione di aiuto svizzero ai rifugiati (OSAR) raccomanda di sostituire in futuro lo statuto provvisorio di accoglienza e protezione S applicato all’Ucraina con uno statuto di protezione umanitaria unico.

Secondo l’organizzazione, ciò dovrebbe creare uguaglianza giuridica.

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Lo statuto di protezione standardizzato dovrebbe essere applicato a tutte le persone bisognose di protezione. L’applicazione dello statuto di protezione S in seguito all’invasione russa dell’Ucraina ha messo in evidenza le disuguaglianze giuridiche rispetto allo statuto di ammissione provvisoria, ha comunicato oggi l’OSAR.

Lo statuto di protezione S ha dimostrato tuttavia la sua validità per quanto riguarda l’integrazione dei rifugiati ucraini in Svizzera: la Confederazione ha potuto accogliere numerose persone bisognose di protezione provenienti dall’Ucraina senza complicazioni e senza sovraccaricare la procedura di asilo, sottolinea la nota.

L’OSAR ritiene quindi necessario che lo statuto S debba essere mantenuto per il momento, come deciso dal Consiglio federale a novembre. Il numero di domande – circa 20’000 l’anno scorso – rimane molto alto. Dopo due anni di guerra, sembra inoltre improbabile una prospettiva di pace nel prossimo futuro, ha aggiunto l’organizzazione.

L’OSAR rifiuta le restrizioni

Alla luce delle azioni militari e del continuo lancio di razzi in tutto il Paese, la situazione della sicurezza in Ucraina rimane instabile. L’OSAR respinge quindi la restrizione dello statuto di protezione S e gli incentivi per aumentare la percentuale di rimpatrio degli ucraini, come richiesto dalla Commissione delle finanze del Consiglio degli Stati (CdF-CS).

Secondo l’organizzazione, lo statuto dovrebbe essere revocato solo quando la guerra in Ucraina cesserà nell’ambito di un accordo di pace e la situazione della sicurezza sul posto sarà garantita da organizzazioni internazionali indipendenti.

L’OSAR accoglie positivamente il fatto che la Confederazione, in collaborazione con i Cantoni, abbia preparato tempestivamente un concetto su come dovrebbe procedere una futura abolizione dello statuto S. La sua revoca deve essere convenuta con l’Unione europea (Ue) e i suoi Stati membri, sottolinea.

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