Analisti: “colpo duro per export orologiero e industriale elvetico”

I dazi imposti da Washington sulle esportazioni svizzere verso gli Stati Uniti sono considerati un colpo duro dagli esperti.
(Keystone-ATS) Si temono gravi conseguenze per l’economia elvetica, in particolare per i settori dell’orologeria e dell’industria, mentre il ramo farmaceutico dovrebbe per il momento essere risparmiato.
I balzelli del 31% annunciato ieri dal presidente Donald Trump sono ben più alti del 20% imposto all’Unione Europea e ben oltre quanto temuto. Gli Usa rappresentano il principale sbocco dell’export elvetico: l’anno scorso il 18% del totale è finito negli Stati Uniti.
“Per il settore farmaceutico, le esportazioni verso gli Usa rappresentano 35,5 miliardi di franchi , pari al 55% dello smercio complessivo della Svizzera verso tale paese”, sottolinea Arthur Jurus, responsabile degli investimenti della banca Oddo BHF. “Però 6000 prodotti farmaceutici sono esenti da dazi”.
A suo avviso le nuove barriere doganali potrebbero ridurre notevolmente la domanda statunitense di orologi e beni di lusso, costringendo i marchi a rivedere la loro strategia di prezzo. Una misura del genere avrebbe un impatto diretto su aziende come Rolex, Swatch o Patek Philippe: Stati Uniti sono il primo mercato per i segnatempo elvetici.
Per quanto riguarda il cioccolato, per il quale gli Stati Uniti sono il secondo mercato con esportazioni per 605 milioni di franchi, la tassa aggiuntiva “potrebbe rendere questi prodotti più costosi per i consumatori americani e portare a un calo delle vendite del 20%, con una perdita annua stimata di 300 milioni di franchi per i produttori della Confederazione”.
“Le esportazioni farmaceutiche svizzere sono in parte esenti, così come parte del settore dei semiconduttori”, conferma da parte sua Mark Diethelm, analista di Vontobel. L’impatto maggiore sarà avvertito dai rami dei beni di lusso e dell’orologeria e dai piccoli e medi produttori, mentre i grandi gruppi con capacità produttive negli Stati Uniti potrebbero beneficiare di un aumento dei prezzi.
Per Jean-Eudes Clot, stratega finanziario della Banca cantonale vodese (BCV), “è un duro colpo il fatto che saremo colpiti dai dazi doganali più duramente dell’Ue”. L’esperto si è detto sorpreso dal livello di tassazione, soprattutto perché, per il momento, alcuni prodotti farmaceutici sembrano essere esenti. “Ma il surplus commerciale deriva principalmente dalle esportazioni di farmaci. Allo stesso tempo, è una buona notizia che gli articoli farmaceutici non sembrano essere direttamente interessati dalle tariffe, perché una parte significativa dell’export elvetico non è minacciato”.
L’impatto rimane comunque significativo per altri rami come orologeria e l’industria. Secondo Clot “è importante che ci siano negoziati bilaterali tra Svizzera e Stati Uniti”. A suo avviso, un’escalation della guerra commerciale tra Cina e Usa potrebbe far deragliare l’intera economia globale, anche se di recente si sono registrati alcuni segnali positivi, come i piani di stimolo nell’Ue e in Germania, oltre che in Cina.
“Bluff o vera offensiva? Nessuno lo sa ancora, ma Trump ha colpito duro”, sintetizza John Plassard, specialista di investimenti presso la banca Mirabaud. “La ‘liberazione’ dell’America potrebbe essere l’inizio di un nuovo ordine commerciale mondiale, un mondo in cui ogni paese deve scegliere: sottomettersi o reagire”, conclude.