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Asta record per mega-collezione di gioielli, incassa 202 milioni

La collezione ha dimostrato di avere un valore enorme. KEYSTONE/EPA/SALVATORE DI NOLFI sda-ats

(Keystone-ATS) La vendita all’asta a Ginevra dei gioielli della miliardaria austriaca Heidi Horten (1941-2022) ha fruttato oltre 200 milioni di dollari, malgrado le polemiche sui rapporti del marito con la Germania nazista.

Sono stati incassati 202 milioni di dollari, cifra che supera di gran lunga il precedente record (116 milioni) stabilito nel 2011 dall’asta della collezione di gioielli della star di Hollywood Elizabeth Taylor, ha indicato ieri sera Christie’s, che ha organizzato l’evento, stando a quanto riferisce l’agenzia Afp.

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Della collezione Horten fanno parte oltre 700 gioielli. Il valore è stato stimato a 150 milioni e l’asta è stata divisa in più lotti: gli ultimi saranno battuti in novembre. Nel comunicato Christie’s ribadisce che, in accordo con i desideri di Heidi Horten, tutti i proventi della vendita saranno devoluti a cause filantropiche. Confrontata con diverse critiche, la stessa casa d’aste ha assicurato che la provenienza dei gioielli è irreprensibile, aggiungendo che la società intende destinare a sua volta un contributo significativo del ricavato a istituzioni ebraiche e all’educazione sull’Olocausto, ritenuta “di vitale importanza”.

Ma questo non ha messo a tacere i malumori. Il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia (Crif), ad esempio, ha considerato la vendita indecente. La controversia è legata all’origine della fortuna del marito Helmut Horten, proprietario di una delle più grandi catene di grandi magazzini in Germania. Nel 1936, tre anni dopo l’ascesa al potere di Adolf Hitler, rilevò l’azienda tessile Alsberg, i cui proprietari ebrei erano fuggiti, e diversi altri negozi che erano stati di proprietà di cittadini di fede giudaica prima della guerra.

“Non premiate coloro le cui famiglie sono state in grado di arricchirsi grazie agli ebrei disperati presi di mira e minacciati dai nazisti”, ha affermato il rabbino Abraham Cooper, uno dei responsabili del Centro Simon Wiesenthal, che si occupa dei criminali nazisti.

Nel frattempo Christie’s sottolinea l’interesse mondiale suscitato dalla collezione. Dei lotti venduti (il 98% del totale) la metà è finita in Europa e Medio Oriente, il 28% nelle Americhe e il 22% in Asia. Alcuni degli articoli più pregiati hanno trovato un nuovo proprietario a un prezzo al di sotto delle stime, come ad esempio un anello di Cartier con un rubino di 25,59 carati, stimato tra i 14 e i 18 milioni di franchi, che è stato aggiudicato il 10 maggio per 11 milioni, cifra che sale a 13 milioni con le commissioni.

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