Borsa di un milione di franchi per ricercatrice ginevrina

(Keystone-ATS) La dottoressa Noémie Lang, oncologa presso l’Ospedale universitario di Ginevra (HUG) e la locale università (UNIGE), ha ottenuto la prima borsa di studio del Gruppo svizzero di ricerca clinica sul cancro (SAKK), dotata di un milione di franchi.
Questa somma le consentirà di condurre uno studio sulla diagnosi precoce dei danni causati da linfomi (dei tumori) al sistema nervoso centrale.
Basato sul sequenziamento del DNA tumorale circolante nel sangue e nel liquido cerebrospinale, questo approccio diagnostico permette standard di qualità e accuratezza nettamente superiori alle tecniche di analisi attuali, si legge in un comunicato odierno congiunto di HUG e UNIGE.
L’innovazione dovrebbe permettere una diagnosi precoce e una migliore focalizzazione dei trattamenti per prevenire le recidive e ottimizzare la selezione dei pazienti che necessitano terapie. Ciò migliorerebbe in modo significativo il tasso di sopravvivenza in forme particolarmente aggressive di linfoma, viene sottolineato nella nota.
I linfomi sono tumori che colpiscono i globuli bianchi e il sistema linfatico il cui ruolo è quello di assicurare la difesa immunitaria. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rappresentano il 5% di tutti i tumori. Grazie ai progressi terapeutici, circa due terzi dei linfomi vengono trattati con successo e in modo permanente.
Tuttavia, certi tipi di linfoma particolarmente aggressivi mantengono una prognosi sfavorevole. Nel 2-5% dei casi la malattia raggiunge il sistema nervoso centrale e la speranza di vita si riduce solo a qualche mese.
“Trattamenti preventivi esistono, ma occorre poterli somministrare in modo più mirato, individuando più precocemente la malattia nelle persone a rischio per migliorare significativamente la loro sopravvivenza ed evitare così tossicità inutili ai pazienti che non ne hanno potenzialmente bisogno”, si legge nel comunicato.
Lang sottolinea che le tecniche attualmente disponibili per rilevare tali disturbi del sistema nervoso hanno tassi di rilevamento troppo bassi, tra l’8% e il 50%. Tale realtà potrebbe cambiare grazie al DNA tumorale circolante.
In risposta alla morte delle cellule tumorali, il DNA tumorale viene rilasciato nel sangue, ma anche in altri fluidi corporei, come il liquido cerebrospinale in cui si trovano il cervello e il midollo spinale, viene spiegato nel comunicato.
Grazie alle tecnologie di sequenziamento del DNA, questo DNA tumorale circolante è ora facilmente identificabile nei campioni di sangue e di liquido cerebrospinale. E questo è ciò che Lang e il gruppo linfoma del SAKK intendono dimostrare con uno studio clinico prospettico.
A questo scopo verranno prelevati campioni da oltre sessanta persone affette da linfoma aggressivo appena diagnosticato. Il DNA circolante nel liquido cerebrospinale verrà estratto e sequenziato per dedurne l’origine e formulare una diagnosi.
Lang ipotizza che “la misurazione del DNA tumorale circolante nel liquido cerebrospinale supererà gli attuali test utilizzati per individuare la lesione del sistema nervoso da parte del linfoma”. Questo studio, che verrà condotto in dodici centri, rappresenta una prima tappa decisiva nello sviluppo di strategie preventive per individuare precocemente un “attacco” del linfoma al sistema nervoso centrale prima della comparsa dei sintomi, sottolinea la nota.