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Brasile: confermato arresto di presunti hacker di Moro

Il ministro della giustizia ed ex giudice anticorruzione Sergio Moro. KEYSTONE/AP/ERALDO PERES sda-ats

(Keystone-ATS) La giustizia brasiliana ha confermato l’arresto dei quattro presunti hacker catturati la settimana scorsa nello Stato di San Paolo.

I quattro sono sospettati di aver invaso i cellulari di magistrati, avvocati, dirigenti politici e giornalisti – fra i quali l’ex giudice ed attuale ministro della Giustizia, Sergio Moro – nonché di aver organizzato numerosi frodi bancarie digitali.

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Formalmente, il giudice Ricardo Leite, responsabile del caso, ha posto fine alla detenzione temporanea dei quattro, che nell’ordinamento brasiliano può durare al massimo 10 giorni, e decretato il loro arresto preventivo, che non ha limiti di tempo, a causa della “gravità dei reati contestati e la pericolosità degli indagati, che possibilmente formano parte di una organizzazione criminale”.

Il detenuto considerato il principale responsabile delle intercettazioni, Walter Delgatti Neto – 29 anni e precedenti per truffa e traffico di stupefacenti – ha dichiarato che ha intercettato messaggi sulla app Telegram fra Moro e i pm della inchiesta Lava Jato dopo aver hackerato il cellulare di Deltan Dellagnol, coordinatore della task force di pm anticorruzione, e li ha consegnati al giornalista americano Glenn Greenwald, co-direttore del sito news The Intercept, in modo anonimo e senza alcun compenso.

Delgatti sostiene aver agito da solo, ma secondo il giudice Leite esistono “forti incongruenze” nelle sue dichiarazioni. Nei pc del detenuto, infatti, sono state trovate le tracce di 5.812 contatti sospetti con 1.162 numeri diversi di cellulare, il che secondo il magistrato “indica la possibile partecipazione di altre persone” nei reati contestati, oltre al fatto che sono state scoperte prove di “una pratica sistematica di frodi bancarie realizzate dall’indagato”.

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