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Stop al caviale illegale

Quantità inferiori autorizzate alla dogana e obbligo di certificazione: la Svizzera inasprisce i provvedimenti contro il commercio illegale di caviale.

Finora, i turisti svizzeri potevano tornare a casa con 250 grammi di caviale senza necessitare di un’autorizzazione per l’importazione. D’ora in poi, questa quantità sarà dimezzata. Inoltre, ogni recipiente con del caviale dovrà essere munito di un’etichetta che ne attesti l’origine legale. Ciò significa che le ditte che commerciano uova di storione dovranno essere registrate. Lo ha indicato lunedì l’Ufficio federale di veterinaria (UFV).

La Svizzera segue dunque l’esempio dell’Unione europea che ha inasprito le disposizioni alcuni mesi or sono. L’obiettivo è arginare il contrabbando. Alcune stime indicano che dall’80% al 90% della produzione mondiale di caviale non avviene in modo conforme alla legge. Particolarmente colpita è la zona del Mar Caspio.

Fino alla fine degli anni novanta, la Svizzera era un importante paese di transito per il caviale. Le importazioni ammontavano a più di 60 tonnellate l’anno, la stessa quantità destinata agli Stati uniti. Buona parte delle uova di storione veniva poi esportata di nuovo. I severi controlli introdotti negli ultimi anni hanno fatto scendere le importazioni a 5 tonnellate circa.

Dal 1998 gli storioni, e quindi anche le loro uova – il caviale – sono inseriti nella Convenzione sul commercio delle specie minacciate di estinzione (CITES). Di conseguenza, il caviale può essere importato in Svizzera soltanto se il paese d’origine e la Svizzera hanno dato l’autorizzazione. Quest’obbligo di autorizzazione vale tanto per le ditte quanto per i privati.

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