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Cipro: 150 mila turisti in città-fantasma riaperta da turchi

Turisti camminano tra le strade abbandonate di Varosha, a Cipro. KEYSTONE/EPA/KATIA CHRISTODOULOU sda-ats

(Keystone-ATS) Sono 150 mila i turisti locali e stranieri che si sono recati finora nella zona costiera di Varosha (Maras in turco), riaperta al pubblico lo scorso ottobre dopo 46 anni dall’amministrazione turca di Cipro nord.

Rimasto abbandonato e sotto tutela militare di Ankara dopo la fuga della popolazione greco-cipriota e la divisione in due parti dell’isola nel 1974, a seguito dell’intervento militare turco in risposta a un tentativo di golpe filo-greco, il ‘quartiere-fantasma’ della città costiera di Famagosta (Gazimagusa) è tornato accessibile alla popolazione civile per volere del leader turco-cipriota Ersin Tatar, che l’aveva inaugurata insieme al presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

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Un tempo importante attrazione turistica con decine di hotel, Varosha è rimasta disabitata ma diversi servizi turistici sono stati autorizzati negli ultimi mesi dalle autorità locali, tra cui chioschi di cibi e bevande e noleggi di biciclette. Sono inoltre state attrezzate due spiagge con la presenza di bagnini.

La riapertura dell’area ha causato forti proteste del governo di Nicosia, che l’ha definita “un’azione provocatoria e illegale”, e dell’Ue. Gli ultimi negoziati sulla riunificazione di Cipro erano falliti in Svizzera nel 2017, mentre a fine aprile si sono conclusi con un nulla di fatto i nuovi colloqui promossi dall’Onu per esplorare le condizioni per una ripresa dei negoziati.

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