Colombia: governo “inizia un dialogo” con dissidenti FARC

(Keystone-ATS) Una delegazione del governo colombiano e ha incontrato rappresentanti dei dissidenti delle FARC “valutare la possibilità di avviare un dialogo” nel quadro della pace totale”.
Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, conferma di voler passare dalle parole ai fatti nel suo progetto di “pace totale” per porre fine ad ogni forma di violenza organizzata nel Paese. Il dialogo, annunciato da Petro su Twitter, è con lo “stato maggiore centrale” dei ribelli delle Farc, che hanno voltato le spalle all’accordo di pace del 2016 per continuare la lotta armata.
Una delegazione dell’Esecutivo ha incontrato quattro rappresentanti dei dissidenti in una “riunione esplorativa”, per “valutare la possibilità di avviare un dialogo nel quadro della pace totale” proposta dal presidente.
In un tweet, Petro ha condiviso le foto della riunione nel dipartimento di Caquetà, un tempo roccaforte delle Farc nel sud del Paese.
All’incontro hanno partecipato i guerriglieri conosciuti con i nomi di battaglia Calarcá Córdoba, Alonso 45, Ermes Tovar ed Érika Castro, insieme all’Alto Commissario per la Pace in Colombia, Danilo Rueda, il capo della Missione di verifica dell’Onu in Colombia, Raul Rosende, e un delegato del governo norvegese, Dag Nagoda.
“Le due parti esprimono la volontà e la necessità che questi dialoghi siano ambientati in un cessate il fuoco bilaterale, la cui esecuzione deve essere verificata”, si legge nel comunicato firmato dai partecipanti.
Alla riunione, il commissario Rueda ha spiegato ai dissidenti la “pace totale”, l’ambiziosa proposta di Petro di portare al tavolo delle trattative i gruppi illegali che ancora operano nel Paese. L’idea è quella di raggiungere un accordo con i guerriglieri dell’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), con le bande criminali e con i dissidenti delle Farc per la fine delle violenze. Il governo ha chiarito che ci saranno colloqui con tutti, ma a tavoli separati e con trattamento diverso.
Dall’altra parte, i ribelli hanno messo sul tavolo le loro proposte iniziali: “l’eradicazione delle cause che generano il conflitto sociale e armato”, “la dichiarazione – al più presto – di un cessate il fuoco bilaterale”, la “consultazione di tutte le strutture” dei guerriglieri per l’inizio del dialogo e la partecipazione di “terzi neutrali come garanzia” nei dialoghi.
Le parti hanno infine “concordato di firmare un protocollo confidenziale per garantire una riunione” dei dissidenti delle Farc. “Crediamo che come mai prima d’ora, nella storia del nostro Paese, si stanno creando le condizioni per lasciarsi alle spalle per sempre decenni di violenze fratricide”, conclude il documento.
Il governo considera la riunione con i dissidenti delle Farc un nuovo passo avanti verso la pace, ma la strada è lunga e non esente dalle polemiche del mondo politico e dell’opinione pubblica, montate già la scorsa settimana, quando il commissario Rueda ha rivelato di aver incontrato i ribelli della Segunda Marquetalia, il gruppo dissidente guidato da Iván Márquez, ex negoziatore della pace con le Farc, tornato alle armi.
Secondo alcuni, i dissidenti che non hanno abbracciato la pace del 2016 non dovrebbero infatti ricevere benefici da un nuovo negoziato. A queste critiche ha risposto lo stesso Petro da New York, dove si trova in questi giorni per partecipare all’Assemblea generale dell’Onu: “la pace sarà sempre criticata”, ha detto il leader colombiano, sottolineando che si tratta di un inizio “traballante” di dialogo, ma “sono stati nominati negoziatori” di diverse organizzazioni. “Se riusciremo a far abbandonare la strada delle armi a tutto il popolo colombiano, costruiremo una grande nazione”.