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Expo: chiude Shanghai, le consegne passano a Milano

(Keystone-ATS) SHANGHAI – Dopo 184 giorni, l’Expo dei record, il primo in un paese in via di sviluppo, come vanno ripetendo da sempre i cinesi, ha chiuso i battenti, dinanzi al premier cinese Wen Jiabao, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e diversi capi di stato e di governo.
Alla mezzanotte del 31 ottobre ora cinese, sono state ammainate tutte le bandiere nel gigantesco parco dell’esposizione di oltre 5 chilometri quadrati. Da domani, la bandiera del Bie, il Bureau International des Exposition, l’organismo che sovraintende alle esposizioni universali, sventolerà su Palazzo Marino, sede del comune di Milano dove fra 5 anni si svolgerà una nuova esposizione universale.
In mezzo, ci sarà l’esposizione coreana di Yeosu nel 2012, non universale, che durerà solo tre mesi. I milanesi hanno messo le mani avanti: da mesi Letizia Moratti, commissario straordinario dell’Expo milanese, e Giuseppe Sala, amministratore delegato della società organizzatrice dell’esposizione meneghina, vanno ripetendo che a Milano non si ripeteranno i numeri sproporzionati di Shanghai e i costi, ma si punterà sul tema.
‘Better City, Better Life’, ‘città migliore, vita migliore’ era il tema dell’Expo di Shanghai. In sei mesi di esposizione di questo tema si è visto ben poco, dal momento che la manifestazione cinese è parsa più una grande fiera turistica ad usum dei cinesi (il 95% degli oltre 70 milioni di visitatori totali), che un luogo dove scambiarsi idee di sostenibilità.
Poche infatti le idee a fronte di grandi costruzioni, spettacoli avveniristici, attrazioni. Un grande parco giochi dove di tanto in tanto apparivano sprazzi di ecologismo, di idee sostenibili. Tutti hanno provato ad attirare l’attenzione dei visitatori cinesi: i danesi hanno addirittura portato la Sirenetta, gli spagnoli la Coppa del Mondo di calcio appena vinta e i cileni la capsula Fenix con la quale sono stati salvati i minatori intrappolati per due mesi nel fondo della miniera. Sono arrivati per la prima volta anche i Nord Coreani con il padiglione dal tema “il paradiso per il popolo”.
Cosa rimane a Shanghai? Una città ultramoderna, strutture e infrastrutture modernissime, più linee della metropolitana e strade. Una immagine perfetta nel mondo. Ma anche un’area che fra qualche giorno sarà libera, visto che l’assurda regola del Bie (che i milanesi cercheranno di scardinare) vuole che tutti i padiglioni tranne alcuni (quello cinese, l’Expo Centre, l’Expo Cultural Center), vengano smantellati a cominciare da domattina. In una città come Shanghai, dove il settore immobiliare non vede mai crisi, oltre 5 chilometri quadrati di area a ridosso del fiume e ricca di infrastrutture e servizi, fa gola. Anche questo è ‘Better City, Better Life’.

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