Filippine: almeno 23 morti per il tifone
(Keystone-ATS) Quello che era un “supertifone” è ora sceso a tempesta tropicale. Ma il bilancio del tifone Hagupit (o Ruby) nelle Filippine è salito nel frattempo ad almeno 23 morti, quasi tutti nella città che per prima ha subito l’impatto della perturbazione sabato sera. E nonostante il graduale indebolimento, la tempesta continua a imperversare sull’arcipelago, con l’area metropolitana della capitale Manila che da questa sera è lambita da piogge torrenziali e venti oltre i 100 chilometri all’ora.
Il nuovo conteggio delle vittime è stato fornito dalla Croce Rossa nazionale, che ha parlato di almeno 16 persone annegate nella provincia di Eastern Samar (centro-est del Paese) a causa dell’improvviso innalzamento delle acque.
Man mano che vengono ristabilite le comunicazioni con le aree rurali dove il tifone ha fatto saltare la corrente (si contano blackout in 16 province), c’è il rischio che il bilancio si aggravi ulteriormente. I media filippini riferiscono inoltre di almeno 2.500 case distrutte o danneggiate dalla tempesta nella sola Borongan, la città dove si registra il maggior numero di vittime.
Nel frattempo, Ruby ha proseguito oggi la sua corsa verso nord-ovest tra le isole dell’arcipelago, effettuando nel pomeriggio il quarto “approdo a terra” nella provincia di Batangas, 90 km a sud di Manila. Dai 210 km/h delle raffiche di sabato, si è scesi ora a venti di 110 km/h. Ma il lento avanzamento della tempesta, che procede a 10 km/h, fa sì che su ogni area colpita cada più pioggia, aumentando così il rischio di allagamenti e smottamenti. Da venerdì, sono oltre 180 i voli interni cancellati a causa del tifone.
Mentre parte del milione di evacuati ha iniziato a fare ritorno nelle proprie case, in particolare nelle zone dove oggi è uscito un timido sole, nella capitale la situazione rimane invece di massima allerta per la forza delle intemperie: una baraccopoli vicino alla costa è stata evacuata per il timore di inondazioni, e il lungomare è stato rafforzato con dei sacchi di sabbia. “Siamo preparati”, ha detto il sindaco Joseph Estrada, indicando negli allagamenti il maggiore rischio per la popolazione.
Nel complesso, il Paese ha comunque tirato già da ieri un grande sospiro di sollievo dopo i timori della vigilia. Le cicatrici del passaggio del super-tifone Haiyan nel novembre 2013 – il più potente mai registrato durante l’impatto a terra – sono ancora vive nella parte centro-orientale dell’arcipelago, dove oltre 7 mila persone persero la vita in una tragedia che causò anche la distruzione di centinaia di migliaia di abitazioni. La lezione di Haiyan è stata indicata come parte del successo nella prevenzione in questa occasione, dato che molti evacuati hanno lasciato volontariamente le proprie case.