Iniziativa per dimezzare il traffico stradale privato
Vuole riportare la circolazione stradale in Svizzera ai livelli dei primi anni settanta. Confederazione, Cantoni e Comuni avrebbero 10 anni di tempo per dimezzare il traffico stradale motorizzato e dovrebbero in seguito impedire ogni sua crescita.
Depositata nel 1996, l’iniziativa per il dimezzamento del traffico stradale si prefigge un obbiettivo tanto ambizioso quanto difficile da realizzare: ossia riportare la circolazione stradale in Svizzera ai livelli dei primi anni settanta. Da allora, il volume del traffico motorizzato è effettivamente raddoppiato nel nostro paese ed è addirittura aumentato di 15 volte nell’ultimo mezzo secolo. L’obbiettivo di questo progetto è sicuramente il più radicale di tutti quelli contenuti nella decina di iniziative popolari volte ad arginare il traffico stradale, sottoposte a votazione federale dal 1977. Tutte queste iniziative sono state seccamente respinte dal popolo svizzero, ad eccezione dell’iniziativa per la protezione delle Alpi nel 1994. E sembra proprio l’inatteso successo ottenuto in questa votazione ad aver spinto un movimento ambientalista della Svizzera tedesca a presentare, pochi mesi dopo, questa nuova iniziativa. E vediamo quindi quali sono i suoi punti essenziali.
In base all’iniziativa, Confederazione, Cantoni e Comuni avrebbero 10 anni di tempo per dimezzare il traffico stradale motorizzato e dovrebbero in seguito impedire ogni sua crescita. La riduzione del traffico motorizzato non concerne chiaramente i trasporti pubblici che verrebbero, invece, potenziati ulteriormente. Scopo dell’iniziativa, dichiarato anche nel suo nome, è di salvaguardare e migliorare gli spazi vitali. I suoi promotori si prefiggono in tale ambito di ridurre i costi sociali e gli effetti negativi del traffico stradale, a cominciare da incidenti, rumori, inquinamento atmosferico e danni alla salute.
Il testo dell’iniziativa non definisce le misure che andrebbero adottate per dimezzare la circolazione stradale, lasciando questo compito alle autorità compententi. Per valutare i possibili scenari, governo e amministrazione federale hanno presentato uno studio che formula un catalogo di provvedimenti, tenendo conto anche delle proposte avanzate dai promotori dell’iniziativa.
Tra questi provvedimenti vi è ad esempio l’introduzione di un ecobonus, una tassa ecologica dissuasiva che farebbe in pratica raddoppiare il prezzo della benzina. I proventi di questa tassa verrebbero in seguito ridistribuiti alla popolazione su base pro capite. Altri provvedimenti riguardano l’ottimizzazione del traffico individuale, ad esempio tramite la promozione del cosiddetto car sharing, l’acquisto o la locazione di un’autovettura tra più persone. Nei centri urbani la circolazione stradale verrebbe fortemente limitata e sottoposta a pedaggi, mentre sarebbero invece ampliate le zone pedonali e le corsie riservate alle biciclette. Numerose misure concernono inoltre il potenziamento e la promozione dei trasporti pubblici, a cominciare da una sensibile riduzione del prezzo degli abbonamenti. Tra gli altri provvedimenti possibili, va menzionata infine anche l’imposizione di alcune domeniche senza automobile.
Da notare comunque che, secondo lo studio presentato dal governo, tutte queste misure non basterebbero a soddisfare l’obbiettivo dell’iniziativa, in quanto permetterebbero di ridurre il traffico stradale solo dal 20 al 40 percento. Secondo il Consiglio federale l’iniziativa va bocciata in quanto avrebbe conseguenze estremamente negative per l’economia svizzera e rischierebbe addirittura di compromettere lo sviluppo dei trasporti pubblici, finanziati principalmente tramite le tasse imposte alla circolazione stradale. L’iniziativa non ha raccolto neppure i consensi del parlamento, dove è stata sostenuta soltanto dal Partito ecologista svizzero e da alcuni membri del Partito socialista.

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