Finanziamento cure: primo gennaio salato per cittadini-pazienti
(Keystone-ATS) BERNA – Il primo gennaio sarà salato per i cittadini-pazienti svizzeri. All’inizio dell’anno prossimo per via d’ordinanza entra infatti in vigore l’introduzione di un contributo generalizzato di 15 franchi al giorno per i cosiddetti costi alberghieri delle degenze ospedaliere nonché la soppressione degli assegni per gli occhiali. Una modifica di legge rischia inoltre di ripercuotersi negativamente sui beneficiari delle cure a domicilio e dei residenti di istituti medico-sociali.
Le revisioni d’ordinanza sono state adottate il 3 dicembre da Didier Burkhalter, capo del Dipartimento federale dell’interno (DFI). Stando all’edizione di ieri di “Le Matin Dimanche”, le modifiche, passate allora pressoché inosservate, potrebbero permettere una riduzione dei costi per gli assicuratori di 250 milioni di franchi all’anno. Di questi ben 155 milioni grazie alla tassa di 15 franchi.
Questa partecipazione alla spesa non è una novità assoluta: celibi e nubili ricoverati sborsano già dieci franchi al giorno per i costi alberghieri (pasti e biancheria da letto). Ma Burkhalter ha deciso di aumentare il contributo a 15 franchi e di estenderlo a tutti, ad eccezione dei bambini, dei giovani in formazione fino a 25 anni e dei casi di maternità. I 15 franchi si aggiungono alla quota del 10% della fattura ospedaliera che ogni paziente deve già pagare (per un massimo però di 700 franchi all’anno, oltre alla franchigia).
Una revisione dell’Ordinanza del DFI sulle prestazioni dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (OPre) prevede altri tagli a scapito dei pazienti: ha suscitato particolare malumore la soppressione del contributo di 180 franchi versato agli assicurati per occhiali e lenti a contatto. Altri risparmi risulteranno ad esempio dalla riduzione degli importi massimi rimborsabili concernenti i prodotti per l’incontinenza e gli apparecchi e le strisce adesive per misurare la glicemia.
All’inizio dell’anno entra pure in vigore la Legge federale concernente il nuovo ordinamento del finanziamento delle cure. Gli effetti della revisione saranno percepiti in modo eterogeneo nella Confederazione: solo una parte dei Cantoni, che dispongono di un periodo transitorio di tre anni per adattare il loro diritto, hanno adeguato la legislazione. In Ticino e nei Grigioni le necessarie modifiche non sono ancora pronte.
Il punto centrale della nuova norma è una concessione alle casse malattia che fissa nella legge un regime transitorio introdotto nel 1998. Gli assicuratori, contrariamente alle prescrizioni della legge del 1996, non pagheranno i costi delle cure a domicilio e quelli dei residenti di istituti medico-sociali, ma solo il 60%.
“La riforma per i Cantoni significa costi supplementari di varie centinaia di milioni di franchi”, ha spiegato all’ATS Semya Ayoubi, segretaria centrale supplente della Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS). In origine la legge, licenziata dal parlamento nel giugno 2008, avrebbe dovuto entrare in vigore il primo luglio 2009. La forte resistenza dei Cantoni ne ha fatto slittare il termine al primo gennaio 2011.
La legge federale prevede tra l’altro che i pazienti curati a domicilio o in istituti medicalizzati partecipino alle spese. Nel primo caso il contributo quotidiano massimo sarà di 15,95 franchi (5821 all’anno), nel secondo di 21,60 (7884). I Cantoni sono però liberi di fissare partecipazioni più modeste. Nei vari cantoni in cui una legge d’applicazione non è ancora pronta i problemi principali sono rappresentati dal contributo dei pazienti e dalla suddivisione dei costi tra Cantoni e Comuni.