Giappone: elezioni in corso per rinnovo Camera bassa

(Keystone-ATS) Il Giappone va oggi alle urne per il rinnovo anticipato della Camera Bassa in un referendum sulla Abenomics, la ricetta economica lanciata due anni fa dal premier conservatore Shinzo Abe per battere la deflazione e basata sul mix di allenatamento monetario, incentivi fiscali e riforme.

I 48.000 seggi elettorali sparsi sul territorio nazionale chiuderanno alle 20 locali (le 12 in Svizzera) quando i principali network tv diffonderanno i primi exit poll. Sono 1.191 i candidati per un totale di 475 seggi (dai 480 del 2012), di cui 295 da assegnare coi collegi maggioritari e 180 su base proporzionale. Inoltre, gli elettori sono quasi 105 milioni, di cui 10,18 milioni (9,77% del totale) si sono già espressi con il “voto anticipato”, usato in sostanza da chi non può recarsi oggi alle urne.

Il costo organizzativo dovrebbe attestarsi intorno ai 60 miliardi di yen (poco più di 400 milioni di euro), non lontano dalla stessa cifra della tornata elettorale di dicembre 2012.

Il premier, i cui Liberaldemocratici controllano la Camera Alta, ha impostato la campagna elettorale dicendo di voler chiedere agli elettori un parere sulla continuazione della Abenomics: dalla sua attuazione si sono avuti alcuni risultati come nel caso dello yen debole, del ritorno di una inflazione moderata e un potenziale di crescita. Il rialzo dell’Iva, dal 5 all’8% dal primo aprile, ha però fatto cadere il Giappone in recessione al punto da spingere Abe a rinviare l’ulteriore rialzo al 10% da ottobre 2015 ad aprile 2017.

L’opposizione, particolarmente frammentata, ha chiesto la cancellazione della Abenomics: i Democratici (DpJ), la forza principale, ne hanno denunciato la debolezza strutturale.

Gli ultimi sondaggi, tuttavia, assegnano al partito di Abe almeno 300 seggi contro i 295 attuali, senza considerare quelli in capo all’alleato New Komeito.