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GR: la Bregaglia raccontata da uno dei più noti fotografi svizzeri

Keystone-SDA

Il Museo Ciäsa Granda a Stampa (GR) ospiterà per la prima volta una mostra del fotografo Ernst Scheidegger completamente dedicata alla Val Bregaglia. L'esposizione verrà inaugurata il 31 maggio e sarà arricchita da aneddoti di chi ha conosciuto il noto fotografo.

(Keystone-ATS) Senza rendersene conto in molti hanno posseduto nel proprio portafogli un ritratto scattato da Ernst Scheidegger. Si tratta del volto di Alberto Giacometti sulla banconota da 100 franchi emessa nel 1998. Il fotografo nato a Rorschach (SG) e deceduto nel 2016 a Zurigo ha conosciuto per caso l’artista bregagliotto nel 1943 a soli 17 anni durante il servizio militare. Da allora si è instaurata un’amicizia e una collaborazione durata una vita. Grazie a quel fortuito incontro a Scheidegger si aprirono le porte su una realtà a lui ancora sconosciuta: quella della Val Bregaglia.

Esporre foto quasi sconosciute

“Negli anni della guerra ebbi i miei primi contatti con la Bregaglia e tramite Alberto Giacometti trovai l’accesso alle persone della valle. Più tardi presi a Bondo, vicino al mio amico Varlin, una seconda residenza e oggi sento quasi la stessa nostalgia della valle che provano gli emigrati bregagliotti”. Nel 1994 Ernst Scheidegger descrive con queste parole il suo legame con la vallata grigionitaliana. Ed è proprio questo rapporto che ora la Fondazione del Museo Ciäsa Granda e Atelier Giacometti vuole riproporre nella mostra che verrà presentata il 31 maggio a Stampa e durerà fino al 19 ottobre.

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“Vogliamo mostrare le fotografie che finora non sono state quasi mai esposte e sono poco conosciute. Quelle che raccontano la Val Bregaglia”, spiega Jakob Messerli, presidente della Fondazione, a Keystone-ATS. Il lascito comprende circa 5’000 fotografie, che raccontano la Val Bregaglia dalla fine degli anni 50 all’inizio degli anni 90. Le immagini ritraggono i paesaggi e l’architettura locale. Testimoniano la quotidianità della vita contadina con fotografie della macellazione di un maiale a Bondo o la fiera del bestiame a Coltura. Gli scatti di Scheidegger raccontano anche l’imponente cantiere della diga dell’Albigna. Secondo Messerli, sono di qualità e intensità artistica paragonabile ai suoi famosi ritratti d’artista.

Reporter in giro per il mondo, ma con la Bregaglia nel cuore

Scheidegger ha catturato con la sua fotocamera diversi artisti famosi come Joan Miro, Marc Chagall, Salvador Dali, Max Bill o Le Corbusier. Questi ritratti gli hanno conferito una fama internazionale. Il fotografo è conosciuto anche per il suo lavoro di reporter per l’agenzia Magnum di Parigi. Afghanistan, Egitto, Myanmar, Marocco, India e Giappone sono state alcune delle sue mete. Un bagaglio di vita carico di esperienze, nel quale la Val Bregaglia ha sempre avuto un posto speciale.

“Abbiamo selezionato una sessantina di immagini per raccontare la valle attraverso gli occhi di Scheidegger”, ha continuato Messerli, aggiungendo che si è trattato di un lavoro impegnativo. Per la mostra sono anche stati raccolti i ricordi della gente locale legati al fotografo. “Tutti hanno citato la Porsche rossa che guidava Scheidegger, che attirò molto attenzione in valle negli anni ’60. Alcuni hanno anche raccontato degli aneddoti legati a una delle sue grandi passioni, ovvero la pesca”, ha raccontato il curatore.

Con foto quasi inedite e aneddoti di chi l’ha vissuto da vicino, la fondazione ha cercato di completare la storia del fotografo, che nei suoi 93 anni di vita non ha solo documentato la realtà di paesi lontani e autori di fama internazionale, ma anche la bellezza e la semplicità di una valle di montagna.

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