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Il passo di carica dell’euro

L'euro è accettato senza particolari problemi in tutto il paese; il resto è però spesso consegnato in franchi svizzeri Keystone

La transizione nei 12 paesi dell'Unione monetaria prosegue velocemente senza generare particolari problemi. Ed anche in Svizzera l'euro non è più uno sconosciuto.

650 euro a testa

Nuovo importante traguardo in Eurolandia: da venerdì scorso, le banconote in euro in circolazione superano quelle nelle vecchie valute nazionali. La conversione verso la moneta unica si sta verificando rapida e sorprendentemente senza intoppi. Se si pensa poi alle cassandre di alcuni mesi fa che prevedevano un vero e proprio caos monetario nei primi giorni del 2002…

Ed invece…”si è ormai in vista del traguardo”. Ad affermarlo la Commissione UE quando, alcuni giorni or sono, la quota di pagamenti effettuati con la moneta unica era già superiore al 70 % del totale. Permangono differenze tra gli Stati (Irlanda, Olanda, Finlandia e Lussemburgo i più eurofili), ma, in sostanza, la conversione avanza spedita un po’ ovunque.

A metà gennaio il valore delle banconote in euro già in circolazione ha raggiunto una media di 650 euro per ognuno dei 300 milioni di cittadini di Eurolandia.

“Ciò che mi ha stupito è stato l’entusiasmo con il quale è stato accolta la nuova valuta. Il tutto è stato vissuto quasi come una festa: l’euro sta rappresentando una novità divertente ed eccitante” rileva Stéphane Garelli, professore universitario e all’IMD di Losanna. Come spiegarlo? “È una delle prime volte che i cittadini dell’UE si sono sentiti davvero europei. In questo senso, con l’euro, l’Europa è scesa nelle strade”.

In Svizzera non si resta a guardare

Posta, banche, Ferrovie federali. Dovunque è possibile ottenere la nuova valuta europea, il successo è stato grande. “Le nostre aspettative sono state superate dall’effettiva domanda riscontrata” ha recentemente comunicato la Posta. Molte delle 430 filiali del gigante giallo dove l’euro era a disposizione si sono trovate letteralmente prosciugate da valuta europea in pochi giorni.

Dall’inizio dell’anno, alla Posta si contano già più di 4000 nuovi conti in euro per un valore totale superiore ai 10 milioni di franchi. “Gli svizzeri sono rimasti favorevolmente impressionati dall’euro. Come ho già sostenuto in passato, ritengo che anche i cittadini elvetici avranno degli euro nelle tasche, tanto che, a poco a poco, arriveremo ad una situazione con due monete parallele in Svizzera” sostiene Stéphane Garelli.

Troppo presto per trarre bilanci, anche se…

“Già da tempo abbiamo introdotto una hotline telefonica” ci dice un portavoce della società svizzera degli albergatori. “Nei mesi di novembre e dicembre ricevevamo parecchie domande da parte dei nostri membri, ma dallo scorso 1. gennaio praticamente tutto tace. Partiamo quindi dal principio che l’euro non sta causando particolari problemi al settore alberghiero”. Ciò che sembra essere il caso anche per altri settori economici.

Ma qual è l’effettiva diffusione della moneta unica europea nella Confederazione, feudo del franco svizzero? Da più parti viene ribadito che è ancora troppo presto per questo tipo di bilanci. Né i grandi distributori, né il settore turistico sono già in grado di dare indicazioni generali sull’impatto dell’euro nella loro cifra d’affari. I primi dati saranno disponibili verso fine mese.

Una delle poche segnalazioni che riusciamo ad ottenere giunge dalla gerente della filiale Coop del Serfontana, a pochi chilometri dalla dogana di Chiasso, un punto vendita che ha sempre avuto a che fare con la clientela italiana: “Di euro ne vediamo sicuramente parecchi. Ma ciò che più colpisce è la pressoché totale sparizione della lira: ormai gli italiani pagano quasi esclusivamente in euro!”. I tempi cambiano. Ed in certi casi lo fanno molto velocemente…

Marzio Pescia

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