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Il personale dell’ambasciata svizzera ha lasciato il Sudan

I combattimenti nella capitale Khartoum sono continuati anche nel weekend. KEYSTONE/AP/Marwan Ali sda-ats

(Keystone-ATS) Il personale dell’ambasciata svizzera in Sudan ha lasciato il Paese devastato dalla guerra. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Ignazio Cassis questa sera su Twitter. L’ambasciata nella capitale sudanese Khartoum è stata chiusa.

I sette membri del personale e cinque accompagnatori hanno potuto essere evacuati in collaborazione con Paesi terzi, ha indicato in serata il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

Le persone sono sane e salve, ha dichiarato il DFAE in un’e-mail a Keystone-ATS. Due sono in viaggio verso l’Etiopia, mentre gli altri sono stati evacuati a Gibuti grazie al sostegno francese. Nel suo tweet Cassis ha in particolare ringraziato la Francia per l’aiuto.

Il DFAE ha aggiunto che la Svizzera non sta organizzando un rimpatrio dei cittadini elvetici dal Sudan, ma sta collaborando con i suoi partner per “aiutarli al meglio in circostanze difficili”. I cittadini svizzeri interessati possono chiamare la helpline. Informazioni aggiornate in funzione della situazione sul posto sono regolarmente pubblicate su Internet.

Sostegno di Francia e Italia

L’agenzia di stampa francese AFP aveva riferito in precedenza, facendo riferimento a fonti governative, che la Svizzera aveva chiesto aiuto alla Francia per l’evacuazione dei suoi cittadini.

La Francia avrebbe evacuato un totale di circa 100 persone fino al tardo pomeriggio di ieri. In un primo momento non erano disponibili informazioni sulla loro nazionalità.

Sempre oggi, il Ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha annunciato l’evacuazione di circa 200 civili, di cui 140 italiani, diversi cittadini svizzeri, alcuni dipendenti della Nunziatura Apostolica e una ventina di cittadini europei.

Nel servizio AFP in lingua tedesca, Tajani è stato citato nelle prime ore di domenica per dire che oltre ai 140 cittadini italiani, decine di svizzeri e personale diplomatico del Vaticano hanno dovuto essere evacuati.

In pochi vogliono partire

Stando al DFAE, sono circa un centinaio i cittadini svizzeri in Sudan. Serge Bavaud, capo della gestione delle crisi presso il DFAE, in un incontro con i media venerdì a Berna, aveva precisato che la Confederazione non ritiene che tutti siano intenzionati a fare le valigie, anzi. Molti di essi hanno la loro vita in Sudan e alcuni hanno la doppia cittadinanza.

Fino a venerdì solo una decina di persone aveva in effetti espresso la volontà di andarsene.

Il caos in Sudan, già teatro di un colpo di Stato militare nel 2021, è scoppiato sabato scorso, con scontri fra le unità dirette dai due generali più potenti del Paese. All’origine, la rivalità politica fra Abdel Fattah al-Burhan, capo del Consiglio sovrano e quindi de facto capo di Stato, e il suo vice, il filorusso Mohamed Hamdan Dagalo, alla guida del gruppo paramilitare Forze di supporto rapido (Rfs).

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