Influenza aviaria, anche gatto tra veicoli trasmissione

(Keystone-ATS) Tra i diversi animali capaci di trasmettere all’uomo l’influenza, dagli uccelli ai maiali, ci potrebbe essere anche il gatto, sebbene in condizioni particolari e, almeno nel primo caso mai descritto, senza conseguenze gravi.
A testimoniarlo è appunto un caso che si è verificato a New York, in cui un ceppo ha prima contagiato i felini e da questi sembra essere “saltato” al veterinario che li ha curati.
Secondo l’annuncio delle autorità sanitarie cittadine il ceppo trasmesso è l’H7N2, piuttosto raro anche negli animali, il medico ha avuto solo sintomi lievi. Il virus si è diffuso tra oltre 100 animali presenti in un gattile cittadino infettandone almeno 45, in cui lavorava il veterinario.
Oltre 160 persone che lavoravano nel rifugio hanno fatto il test, spiega un comunicato dell’Health Commissioner cittadino Mary Bassett, ma hanno dato tutte esito negativo, mentre dei gatti contagiati uno è morto mentre gli altri stanno guarendo.
“Le nostre indagini confermano che il rischio per la salute umana dal ceppo H7N2 è molto basso – si legge – ma stiamo comunque sollecitando gli abitanti di New York che hanno adottato un gatto nelle ultime tre settimane di monitorare eventuali sintomi nei prossimi giorni. Il consiglio è di evitare contatti stretti con il viso dei gatti”.
In questi giorni focolai ed epidemie di influenza aviaria sono segnalati in tutto l’emisfero nord, dall’Asia, all’Europa passando per il Medio Oriente. Particolarmente dura è l’epidemia segnalata in Corea del Sud, dove sono stati abbattuti 22 milioni di volatili, circa il 15% del totale negli allevamenti del paese, per circoscrivere il contagio, provocando un aumento del prezzo delle uova del 25%.
A Hong Kong invece proprio il giorno di Natale si è registrato il primo morto per aviaria, un 75enne colpito dal ceppo H7N9, mentre in Cina ci sono stati sette casi e due morti quest’anno. In totale dal 2003, anno in cui l’aviaria ha fatto la sua comparsa, l’Oms ha censito 856 casi e 452 morti in tutto il mondo.
Il virus non risparmia l’Europa, dove sono stati segnalati casi in tredici paesi, Ungheria, Polonia, Germania, Croazia, Austria, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia, Romania, Grecia e Francia, anche se finora senza casi nell’uomo. Proprio in Francia, dove l’ultimo censimento ha contato 52 focolai, il virus rischia di dare un duro colpo all’economia per le ripercussioni sulle produzioni di foie gras.