Italia: Eternit; processo bis, udienza aggiornata a giovedì
(Keystone-ATS) È stata aggiornata a giovedì prossimo, a Torino, l’udienza preliminare del processo Eternit bis. Il rinvio è stato accordato per permettere alla difesa di esaminare le carte relative alla numerose richieste di costituzione di parte civile.
La procura contesta all’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny l’omicidio volontario aggravato per la morte di 258 persone, tra ex lavoratori e residenti, decedute tra il 1989 e il 2014 per malattie che si presume legate all’amianto nelle aree di quattro stabilimenti italiani della multinazionale.
Schmidheiny era già stato condannato il 3 giugno 2013 dalla Corte da Appello di Torino a 18 anni di carcere per disastro, ma il 19 novembre 2014 la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio – dichiarando prescritto il reato – la sentenza e ha annullato anche i risarcimenti per le vittime.
Questa mattina sono state presentate le richieste di costituzione di parte civile. Nella prossima udienza si discuteranno le eccezioni sulle costituzioni di parte civile e sulla competenza territoriale.
“Il nostro Paese è l’unico in cui si fa il processo, questo è un vanto per la giustizia italiana, un caso che può fare scuola anche in altre nazioni”, ha detto il pubblico ministero Raffaele Guariniello al termine dell’udienza preliminare.
“È stata la stessa Cassazione – ha aggiunto Guariniello – a dirci che nel processo precedente si parlava solo del disastro senza che entrassero in gioco gli omicidi. Questo ci ha dato un’ulteriore spinta per andare in direzione di un nuovo processo con un nuovo capo d’accusa”.
Giovedì 14 maggio dinanzi alla giudice Federica Bompieri saranno discusse le richieste di costituzione delle parti civili e la competenza territoriale.
“La nostra gente chiede solo giustizia. A Casale c’è ancora un morto alla settimana, ora speriamo emerga la verità”, ha detto il coordinatore della Associazione Familiari vittime di amianto, Bruno Pesce. “La decisione della Cassazione – ha aggiunto – è stato un colpo allo stomaco, una mazzata, molti di noi non hanno più fiducia nella giustizia italiana”, le parole del rappresentante dell’Associazione.