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Italia: nessun missile toccò DC9 UStica ma ci fu esplosione, Misiti

(Keystone-ATS) CATANZARO – “Nessun missile toccò il DC9, ma ci fu un’esplosione”. A distanza di trent’anni dalla strage di Ustica, Aurelio Misiti, parlamentare dell’MPA, incaricato dal tribunale di Roma di presiedere il collegio internazionale di periti che ha recuperato e analizzato il relitto del DC 9, parla per la prima volta in un’intervista all’Altro Quotidiano del disastro aereo del velivolo Itavia che il 27 giugno del 1980 causò la morte delle 81 persone a bordo.
“Chi ha fatto la strage? Io non lo so come non lo sa nessuno ancora – afferma tra l’altro Misiti – ma so come è avvenuta. Questo era il quesito posto dai giudici al collegio dei periti da me diretto, che ha lavorato dal 1990 al 1994. In che cosa è consistito il vostro lavoro? Nel 1990 ero il preside della facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma, dove é nata la scienza e la tecnologia aeronautica e spaziale. L’alto livello della scuola di ingegneria di Roma in campo aeronautico era noto anche alla magistratura e pertanto il giudice istruttore, il cui ufficio si occupava ormai da un decennio senza risultati certi e apprezzabili, mi chiamò e mi fece la richiesta di presiedere il collegio internazionale di periti”.
“Lavorammo per quattro anni – prosegue Misiti – ed esaminammo tutte le possibili cause dell’incidente e alla fine abbiamo consegnato una relazione peritale sottoscritta da tutti”. Alla domanda su cosa diceva la perizia e cosa c’entrava il Mig libico, Misiti risponde che “la perizia concludeva che la unica causa tecnicamente accettabile era una esplosione nei pressi della toilette dell’aereo. La perizia sul Mig, effettuata dai due colleghi, non aveva dimostrato alcun rapporto con l’incidente di Ustica e pertanto è rimasta valida la non contemporaneità dei due incidenti già dimostrata da perizie precedenti”.
Il disastro aereo di Ustica costò la vita a 81 persone, tra cui 11 bambini, ed è uno dei grandi misteri irrisolti della storia recente. Ancora oggi a trent’anni dal fatto non si sa cosa sia effettivamente successo la sera del 27 giugno 1980, un venerdì, al DC 9 della compagnia aerea Itavia diretto da Bologna a Palermo. L’aereo, partito alle 20.08, fece perdere le sue tracce sugli schermi radar alle 20.59, quando era a metà strada fra le isole di Ponza e Ustica. L’atterraggio a Punta Rasi era previsto per le 21.13, ma quell’aereo a Palermo non arrivò mai.

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