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Italia: vasta operazione contro la ‘ndrangheta

(Keystone-ATS) MILANO – “Il crimine” è il nome dato dagli investigatori italiani all’operazione scattata stanotte che colpisce le più importanti famiglie della ‘ndrangheta delle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, nonché le loro proiezioni extraregionali ed estere.
Sono 250 le manette fatte scattare dai carabinieri e 50 gli arresti messi a segno dalla polizia. Ma il bilancio potrebbe cambiare. È ancora troppo presto inoltre per quantificare denaro e proprietà finite nella rete dei controlli. Secondo una prima stima si parla di “decine di milioni di euro”. Quello che nessuno nasconde è che l’operazione ha permesso di colpire famiglie storiche della ‘ndrangheta.
‘Ndrine con radici in Calabria, ma capaci di impiantarsi stabilmente nel Nord Italia e di fare business nel resto del mondo. Per gli arrestati le accuse vanno dall’associazione di tipo mafioso, al traffico di armi e stupefacenti, dall’omicidio all’estorsione e all’usura. I settori “tradizionali” in cui investe la ‘ndrangheta, capace di ripulire il denaro sporco investendo in ristoranti, imprese edili o commerciali, spesso intestate a prestanomi.
In manette è finito Pino Neri, boss della ‘ndrangheta in Lombardia, accusato anche di avere convogliato voti elettorali su indicazione di Antonio Chiriaco, 51enne direttore sanitario della Asl di Pavia finito all’alba in carcere, a favore del deputato del Pdl Giancarlo Abelli, il quale non è indagato e risulta estraneo alla vicenda.
Arrestato anche Francesco Bertucca, imprenditore edile del pavese e Rocco Coluccio, biologo e imprenditore residente a Novara. Nell’inchiesta risulterebbero indagati anche l’assessore comunale di Pavia Pietro Trivi, con l’accusa di corruzione elettorale, e l’ex assessore provinciale milanese Antonio Oliviero che deve rispondere di corruzione e bancarotta.
Oliviero sarebbe stato in rapporti con l’imprenditore Ivano Perego, arrestato per associazione mafiosa, e responsabile della Perego Strade, controllata, secondo gli investigatori, dalla famiglia malavitosa Strangio, la stessa coinvolta nella strage di Duisburg. Tra gli indagati anche quattro carabinieri di Rho, comune alle porte di Milano. Tre militari rispondono di corruzione, uno è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

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