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La Francia teme i kamikaze con i virus infettivi

La Francia teme futuri attacchi di kamikaze portatori di malattie contagiose, bombe sporche, e anche armi di distruzione di massa. KEYSTONE/EPA/IAN LANGSDON sda-ats

(Keystone-ATS) Kamikaze portatori di malattie contagiose, bombe sporche, e anche armi di distruzione di massa: il pericolo prossimo per la Francia viene da un terrorismo più tecnologico, non da quello artigianale degli attentati di Londra, di Berlino o di Nizza.

L’inquietante rapporto del Segretariato generale del ministero della Difesa viene svelato dal quotidiano Le Figaro: i terroristi sono alla ricerca di mezzi più sofisticati e per farlo “cercano attivamente di dotarsi di mezzi nucleari, biologici o chimici. Questa sarebbe la minaccia reale con cui la Francia deve misurarsi ora e fino al 2030.

Il documento, segreto, verrà svelato a fine aprile a un ristretto numero di ricercatori, parlamentari e universitari per affrontare quello che viene considerato il pericolo principale dei prossimi anni.

Un capitolo dello studio è dedicato “alle minacce nucleari, radioattive, biologiche e chimiche”, perché i terroristi punterebbero a “una strategia di sviluppo verso un terrorismo a più alto contenuto tecnologico, al di la delle armi rudimentali come quelle di piccolo calibro o degli esplosivi”.

Per farlo l’Isis per esempio “avrebbe tentato di procurarsi ceppi radioattivi (utilizzati a fini medici) per realizzare bombe sporche”. Anche se l’ipotesi di “un atto di terrorismo nucleare utilizzando un’arma rubata in un deposito sorvegliato male” è poco probabile, il rapporto afferma “che senza cadere nel sensazionalismo, la possibilità di perdere armi è reale”.

Il documento pone l’accento anche su un altro fenomeno, quella del reclutamento di nuovi jihadisti più istruiti e sofisticati: “Numerosi ingegneri e informatici fanno parte dell’ultima ondata di combattenti partiti per raggiungere l’Isis” e il “bagaglio scientifico e tecnico dei combattenti di domani potrebbe crescere”, anche perché “l’iscrizione a corsi sul web, grazie allo sviluppo dei corsi aperti online su larga scala, permetterà di accedere alle conoscenze tecniche indispensabili per la fabbricazione di queste armi senza essere scoperti dai servizi occidentali”.

Una lista dei pericoli è fornita: non viene scartata l’ipotesi di “uso di armi chimiche su territorio nazionale”. Si pone l’accento sulla “questione della sicurezza della conservazione e dei trasporti di virus”.

A maggio dello scorso anno, per esempio, “un furto batteriologico all’ospedale Pitié-Salpetrière di Parigi non è stato ancora chiarito. Un candidato al martirio infetto da una o più malattie contagiose potrebbe superare i controlli sanitari alla frontiera senza difficoltà nel periodo di incubazione”.

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