La musica torna a Palmira dopo il buio dell’Isis

(Keystone-ATS) Una dimostrazione di forza. E di spregiudicatezza. A poco più di un mese dalla liberazione di Palmira dalla barbarie dell’Isis, la Russia ha portato la Mariinsky Orchestra di San Pietroburgo nell’antico teatro della città vecchia, patrimonio dell’Unesco.
Un concerto in mezzo alla Siria e alla guerra per ribadire forte e chiaro che a cacciare lo Stato Islamico dalla perla del deserto è stata Mosca. Là dove l’Isis tagliava gole, ore riecheggia la musica di Bach. E le parole di Vladimir Putin.
Il presidente russo si è infatti collegato in diretta dal Cremlino poco prima che il concerto iniziasse. “Oggi proviamo un senso di gratitudine per chi ha combattuto il terrorismo ed esprimiamo la speranza che Palmira torni ad essere un tesoro per tutta l’umanità”, ha detto lo zar. Che poi ha sottolineato come la battaglia al terrore debba essere globale e ogni perdita considerata come di tutti.
Mentre l’orchestra suonava, gli elicotteri volteggiavano intorno al parco archeologico. Nelle zone circostanti, infatti, si combatte ancora. La città nuova è semidistrutta, e le ferite della guerra sono fresche e visibili. Da qui a Latakia, dove si trova la base russa, sono quasi 200 chilometri di strada costellata di posti di blocco, postazioni missilistiche e casematte dell’esercito siriano.