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La quinta Svizzera nei Grigioni “per guardare l’ONU dall’interno”

Al termine della prima giornata, foto di gruppo dei delegati e di alcuni dei partecipanti già giunti a Davos per il Congresso degli svizzeri dell'estero swissinfo.ch

L'ONU e l'eventuale adesione della Svizzera sono stati il piatto forte del 79. Congresso degli svizzeri all'estero tenutosi sabato a Davos. Venerdì, si sono invece riuniti i delegati del Consiglio, la massima autorità della diaspora elvetica. Nel corso del dibattito si è discusso di assicurazioni sociali, dell'avvento dell'Euro e di progetti per l'Expo.02.

Un variegato universo rossocrociato

Gli ultimi censimenti lo hanno confermato: uno svizzero su dieci vive all’estero. E se è vero che la maggior parte dei 600’000 connazionali residenti al di fuori dei patri confini, non si allontana di molto (370’000 di essi vivono in Europa), è comunque possibile trovarne veramente dappertutto.

Non solo: dai quattro angoli del mondo, in parecchi hanno deciso di rimpatriare per passare un paio di giorni nella località turistica grigionese, onorando così la riunione annuale degli emigranti confederati. La lista dei partecipanti al Congresso prevede infatti persone, rigorosamente svizzere, in provenienza anche da Argentina, Australia, Bermuda, Costa Rica, Honk Kong, Canada, Filippine, Sud Africa, Venezuela e Vietnam. Paesi non propriamente dietro l’angolo…

I lavori del Consiglio

Venerdì i circa 150 delegati del Consiglio degli svizzeri all’estero, organo che dopo il rinnovo dei propri ranghi, ha inaugurato proprio a Davos un nuovo mandato quadriennale, hanno dovuto fare i conti con una giornata carica d’impegni. Questioni amministrative (tra le quali la rielezione di Georg Stucky, presidente dell’organizzazione degli svizzeri all’estero – OSE) ed una tosta agenda del giorno, hanno lasciato poco tempo libero ai delegati. Che hanno comunque dato l’impressione di provare un certo piacere nel ritrovarsi a discutere di preoccupazioni comuni e, nel frattempo, riavvivare contatti interpersonali con vecchi conoscenti o amici.

L’ex consigliere nazionale Georg Stucky, ha tenuto innanzitutto a sottolineare l’importanza della partecipazione attiva alla vita politica della Confederazione da parte di chi risiede all’estero. “Il nostro introverso paese ha assolutamente bisogno della nostra voce” ha rilevato Stucky, ricordando che “con circa 80’000 iscritti aventi diritto di voto, il nostro peso politico è paragonabile a quello della città di Berna”.

I delegati hanno affrontato la spinosa questione degli adattamenti alla legislazione sulle casse malati, resi necessari dall’incombente entrata in vigore degli accordi bilaterali con i paesi dell’UE e dalla conseguente libera circolazione delle persone. Particolarmente toccati dalle modifiche saranno i pensionati elvetici residenti all’estero ed i pendolari.

In merito non è stata adottata nessuna risoluzione ma i deputati hanno letteralmente assalito con le loro critiche la rappresentante dell’ufficio federale delle assicurazioni sociali, giunta a Davos per illustrare il punto di vista di Berna. La “rabbia” della sala ha dunque confermato la presa di posizione negativa espressa dall’OSE nella procedura di consultazione sul dossier “casse malati”.

Meno passioni hanno scatenato le discussioni successive. La presentazione di Jean-Pierre Stern, direttore della banca Sarasin a Basilea, sulle possibili ripercussioni dell’introduzione dell’Euro si è svolta velocemente senza suscitare particolari reazioni dal Consiglio, mentre, a proposito di diritti politici, i delegati hanno deciso di sostenere i programmi per la diffusione dell’E-voting.

Un proprio progetto per Expo.02

E’ toccato infine a Gabrielle Keller, capo-redattrice di “Revue Suisse”, presentare il progetto che l’OSE intende portare all’Expo.02, nell’ambito della giornata che la manifestazione dedicherà degli svizzeri all’estero (in programma il 10 agosto 2002 sull’arteplage di Bienne).

Il concetto, denominato “Immagini svizzere: la quinta Svizzera in movimento e solidale” prevede una serie di proposte culturali, inizialmente tipicamente svizzere per poi includere quelle provenienti dal mondo intero, e dunque le sue diversità e le sue particolarità. Aspetti che non possono mancare in un appuntamento dedicato appunto alla quinta Svizzera.

Accanto alla “variante minima”, l’OSE sta valutando la possibilità di concretizzare altre idee, come ad esempio quella di portare i figli di cittadini elvetici all’Expo.02 per far loro riscoprire le caratteristiche di quello che, per molti di essi, non è che un lontano e sconosciuto paese nel cuore delle Alpi.

Ed il finanziamento? Gabrielle Keller stima costi di realizzazione per la variante di base attorno a 200’000 franchi. La ricerca di sponsor disposti a contribuire al progetto è in pieno svolgimento e, secondo la Keller, “entro la fine di agosto dovremmo riuscire a concludere importanti contratti al proposito”.

Marzio Pescia, Davos

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