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La Svizzera un porto per super ricchi, studio Uni Basilea

(Keystone-ATS) BASILEA – Quasi un miliardario su dieci vive in Svizzera, paese dove il 3% della popolazione dichiara di avere la stessa ricchezza del restante 97%. È quanto risulta da uno studio del seminario di sociologia dell’università di Basilea che, con un centinaio di interviste, ha gettato uno sguardo nel modo di vivere e di pensare di persone che possiedono almeno 100 milioni di franchi.
Il lavoro è stato raccolto e pubblicato in un libro di 440 pagine, presentato oggi a Basilea, dal titolo “Wie Reiche denken und lenken – Reichtum in der Schweiz: Geschichte, Fakten, Gespräche” (Come i ricchi pensano e dirigono – La ricchezza in Svizzera: storia, fatti, colluqui). Fra gli interrogati figurano il CEO di Novartis, Daniel Vasella, gli ex responsabili di Crossair e Swiss, André Dosé e Moritz Suter, il calciatore del Basilea Benjamin Huggel.
Il professore Ueli Mäder, che ha diretto la ricerca, sottolinea che non si tratta di uno studio scientificamente rappresentativo, in quanto la popolazione statistica (l’insieme dei ricchi) non può essere raggiunta. L’opera è piuttosto di una collezione di interviste e aneddoti, che delinea uno spaccato della vita dei multimilionari, delle reti di relazioni, del potere della ricchezza e il rapporto con la democrazia, e dell’eventuale impegno sociale.
Nel libro ci sono comunque capitoli statistici che mettono in luce alcune situazioni. Solo lo 0,011 per cento della popolazione mondiale vive in Svizzera, ma il paese accoglie l’1,15 per cento dei patrimoni privati, ossia 2200 miliardi di dollari. E tale somma non considera altri 2000 miliardi di dollari di averi esteri gestiti dalle banche elvetiche. La piazza finanziaria svizzera detiene, con il 27%, la più grossa fetta del mercato internazionale della gestione patrimoniale.
Sul migliaio di miliardari esistenti sul pianeta quasi un centinaio vivono nella Confederazione, dove c’è la terza maggiore densità di milionari al mondo, dopo Hong Kong e Singapore. Di conseguenza anche l’ineguaglianza di patrimonio è la terza al mondo: il 3% della popolazione possiede quanto il restante 97%.
Il professor Mäder afferma che si tratta di “una monopolizzazione della ricchezza mai vista nella storia”, e che il fenomeno si accentua in maniera più che proporzionale. E ciò – aggiunge – crea un forte potenziale di conflitto, soprattutto se la classe media continua ad essere messa sotto pressione. Inoltre le spese sociali dello Stato crescono in misura inferiore rispetto al reddito nazionale.
In nessuno altro dei 20 maggiori paesi industrializzati il patrimonio del 10% più ricco degli abitanti è così accentuato come in Svizzera: questa parte della popolazione detiene il 71,3% del totale degli averi privati. Se si considerano 200 paesi, solo in Namibia e a Singapore le distribuzione è ancora più diseguale.
In 20 anni il patrimonio delle 300 persone più ricche di Svizzera è passato da un totale di 86 miliardi a 449. La metà di loro ha ereditato la ricchezza. Essa attualmente varia fra i 6,5 e i 35,5 miliardi di franchi per i dieci più ricchi del paese.
Coautrice del lavoro, Sarah Schilliger ha riferito che il canton Vaud è in testa alla concentrazioni della ricchezza, davanti a Basilea Città, malgrado entrambi i cantoni non siano dei paradisi fiscali. In linea generale, i ricchi stranieri sono comunque piuttosto ben trattati fiscalmente. La Romandia ne ha attirati molti e a Basilea non bisogna sottovalutare la “tenacità della vecchia ricchezza”.

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