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Minareti: Eveline Widmer-Schlumpf a Bruxelles spiega voto

(Keystone-ATS) BERNA – Il sì degli svizzeri all’iniziativa anti minareti riflette una paura di islamizzazione del paese e lo scontento per la politica degli stranieri portata avanti dalle autorità, che hanno ora subìto un pesante smacco dopo aver interpretato in modo completamente sbagliato gli umori della popolazione. Questi in estrema sintesi i commenti della stampa elvetica al voto di ieri.
Regna in Svizzera una “diffusa paura” dell’islam, scrive la “Südostschweiz”, per la quale “ai promotori dell’iniziativa è riuscito di mettere in luce i lati oscuri dell’islam”. A questo si aggiunge – prosegue il quotidiano – che la pressione migratoria è molto forte e che sempre più svizzeri non si sentono più a loro agio in casa propria.
Per il “Tages-Anzeiger” il sì all’iniziativa è un “amaro rovescio per la pace religiosa”. Secondo il giornale zurighese il paese è tagliato in due da un profondo fossato: da un canto una visione moderna e aperta al mondo, dall’altro una visione tradizionale e nazionalistica.
Per alcuni quotidiani dal voto di ieri devono trarre una lezione anche i musulmani di Svizzera, in maggioranza bene integrati: devono ora risolvere il loro problema d’immagine con una maggiore apertura, chiede il bernese “Der Bund”. La “Thurgauer Zeitung” va oltre: “I musulmani devono adattarsi maggiormente”. Per il romando “Le Temps”, invece, “i musulmani di Svizzera non meritano l’ingiustizia di questo voto sanzione” ispirato dalla paura e dall’ignoranza.
I giornali romandi sono più decisi di quelli svizzerotedeschi nel denunciare gli “amalgami” e “i cliché” veicolati dai promotori dell’iniziativa, che hanno suscitato la “paura dell’altro” inducendo una maggioranza a “votare con la pancia”. Non mancano le critiche alla passività di governo, partiti, ambienti economici e Chiese: “non si sono sentiti molto”, deplora “La Liberté” di Friburgo. Per il vodese “24 heures”, il governo è stato “assai timido” e “i partiti tradizionali quasi assenti”. “Invece di contare sull’impossibile saggezza popolare, il Consiglio federale e il parlamento avrebbero fatto meglio ad assumersi le loro responsabilità e a ricusare una simile iniziativa”, rincarano i neocastellani “L’Express” e “L’Impartial”.
Diversi giornali avvertono che il sì di ieri potrebbe avere conseguenze per la politica estera del paese. “Oggi il mondo intero s’indigna e si interroga sulle motivazioni elvetiche”, scrive la “Tribune de Genève”. E teme che questo “affronto all’islam” possa costar caro: “vendetta, boicottaggio, ritorsione…” “In un momento in cui si pongono tante altre sfide, dalla crisi economica al conflitto con la Libia passando per la scomparsa del segreto bancario, speriamo che il suo prezzo non sia esorbitante”, rileva sulla stessa linea “La liberté”. “I nostri diplomatici avranno molto da fare”, predice la “Neue Luzerner Zeitung”.

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