Mo: Peres a Mubarak, dialogo e non soluzioni unilaterali
(Keystone-ATS) TEL AVIV – Le divergenze fra israeliani e palestinesi possono essere superate ed in ogni caso occorre favorire la rapida ripresa di negoziati diretti e mettere da parte soluzioni di carattere unilaterale (prefigurate di recente dai dirigenti dell’Autorità nazionale palestinese): queste alcune delle tesi esposte al presidente egiziano Hosni Mubarak dal suo omologo israeliano Shimon Peres, giunto oggi al Cairo per una visita annunciata con un breve preavviso.
Che non sia stato solo un appuntamento formale lo confermano da un lato un incontro di aggiornamento a quattr’occhi di Peres con il premier Benyamin Netanyahu alla vigilia della partenza per l’Egitto e poi l’accoglienza particolarmente calorosa riservatagli dal Rais. Questi ha conversato con lui in privato per un’ora e mezzo e poi ha aperto l’incontro al ministro degli esteri egiziano e al capo dei servizi segreti.
Secondo fonti israeliane, Peres ha esaminato con loro – oltre alla necessità di riprendere i negoziati israelo-palestinesi dopo uno stallo di oltre un anno – la lotta regionale alla consegna di armi agli integralisti islamici e un freno alle attività dell’Iran nella Regione. “Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad – ha sostenuto Peres – vorrebbe creare una egemonia iraniana in Medio Oriente ricorrendo a bombe e minacce. Ma Ahmadinejad non ha futuro: non consentiremo che il Medio Oriente venga lacerato dal terrorismo e dall’uranio arricchito dell’Iran”.
Di fronte ai giornalisti, Mubarak ha mostrato un atteggiamento molto cordiale nei confronti di Peres riconoscendogli fra l’altro il merito di essersi adoperato per la restituzione all’Egitto – nel lontano 1988 – della piccola oasi turistica di Taba, affacciata sul Mar Rosso.
Quindi sono venute, immancabili, le dolenti note. Con parole forti Mubarak ha lanciato un nuovo appello ad Israele affinché adotti finalmente “decisioni coraggiose” per raggiungere un accordo “giusto e definitivo con i palestinesi”. Mubarak ha anche menzionato l’apprensione con cui l’intero mondo arabo segue le attività israeliane a Gerusalemme Est, in particolare nella Spianata delle Moschee.
Peres ha cercato di placare i timori assicurando che il governo israeliano resta impegnato alla formula dei ‘Due Stati per due popoli’ e che, con la ripresa di negoziati seri, tutte le questioni – inclusa quella delle colonie – sarebbero risolte.
Peres, a quanto pare, ha colto l’occasione per presentare ai dirigenti egiziani un proprio progetto che secondo la stampa prefigura la creazione di uno Stato palestinese entro confini provvisori: una iniziativa che in casa è stata subito criticata dal ministro degli esteri Avigdor Lieberman.