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Morto in Svizzera Lucio Magri, fondatore de “Il Manifesto”

(Keystone-ATS) È morto ieri all’età di 79 anni Lucio Magri, che fu tra gli animatori del gruppo di dirigenti comunisti dissidenti che nel 1969 diede vita al “Il manifesto”, rivista e successivamente quotidiano comunista.

Il quotidiano “La Repubblica”, ricordando Magri con due pagine, spiega che l’esponente politico ha deciso di morire in Svizzera con il “suicidio assistito”.

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Lucio Magri è partito per la Svizzera “venerdì sera”, per recarsi da un “suo amico medico”. Non era la prima volta, scrive Repubblica, Magri “l’aveva già fatto” una volta o due ma, “non convinto fino in fondo”, “era sempre tornato”. La decisione, secondo il quotidiano, sarebbe arrivata ieri mattina, con un Magri “sereno, lucido, determinato” e un’ultima telefonata fatta nel pomeriggio alle 16.

“La vita – così il Manifesto ricorda oggi in prima pagina Lucio Magri con un corsivo – gli era diventata insopportabile, sia sul piano politico che su quello personale”, in particolare dopo la morte della moglie, Mara, per un tumore. E scrive che “senza di lui non sarebbe nato il gruppo del manifesto dopo i fermenti del ’68”.

Magri sarà seppellito a Recanati vicino alla sua Mara, “nella tomba che con cura aveva predisposto dopo la morte della moglie”.

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