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Pavel Borodin è tornato in Russia

Borodin (a sinistra) al suo arrivo nella missione russa a Ginevra, giovedì Keystone

L'ex-tesoriere del Cremlino ha lasciato venerdì pomeriggio Ginevra diretto a Mosca. Liberato su cauzione giovedì, Borodin è tornato in patria a bordo di un aereo di linea dell'Aeroflot. Tuttavia, secondo il tribunale che gli ha concesso la libertà, l'inchiesta in corso da due anni sulla presunta vicenda di riciclaggio dovrà proseguire.

Il legale di Borodin, Vincent Solari, ha confermato la partenza all’ats. L’ex funzionario del Cremlino ha lasciato poco dopo le 14 la rappresentanza diplomatica russa a bordo di una limousine e ha evitato la piccola truppa di giornalisti che l’attendeva all’entrata dell’aeroscalo. È partito con il volo SU272 della compagnia aerea russa alle 14h45 dall’aeroporto di Ginevra-Cointrin.

Borodin, sospettato di riciclaggio di denaro, è stato liberato giovedì dopo il pagamento della cauzione di cinque milioni di franchi chiesta dalla Camera d’accusa di Ginevra. La somma è stata versata con un trasferimento bancario dal ministero degli affari esteri della Federazione russa.

In mattinata, la Camera d’accusa aveva stralciato l’imputazione di appartenenza a una organizzazione criminale, lasciando sussistere a carico del russo soltanto quella di riciclaggio di denaro. Secondo il tribunale, l’inchiesta in corso da due anni sulla presunta vicenda di riciclaggio dovrà proseguire e «dovrà necessariamente essere fatta in collaborazione con le autorità russe».

Borodin «non ha precedenti», ha sottolineato la presidente della Camera, Martine Heyer. Oltre all’ingente cauzione, il tribunale ha deciso di non porre altre condizioni alla liberazione dell’ex tesoriere, in particolare il divieto di lasciare il territorio svizzero. Borodin dovrà tuttavia essere a disposizione per le indagini della giustizia ginevrina: dovrà presentarsi ai magistrati ogni volta che sarà convocato per un interrogatorio.

Il procuratore generale Bernard Bertossa, che aveva chiesto la detenzione provvisoria per tre mesi, ha ripetuto in un’intervista al quotidiano russo «Kommersant» che non si fa«illusioni» su un ritorno di Borodin in Svizzera. «Borodin è russo e la Russia non estrada un suo cittadino», ha affermato. L’ex-tesoriere del Cremlino è «politicamente protetto in Russia. (…) Non credo che tornerà a Ginevra per presentarsi davanti alla giustizia».

Il governo russo ha espresso soddisfazione per la decisione di liberare Borodin. «Ci basiamo sul principio che un cittadino russo la cui colpevolezza non è stata provata non debba restare in prigione», ha dichiarato un portavoce a Mosca.

L’ex-tesoriere è sospettato di aver riciclato in Svizzera tangenti per 30 milioni di dollari, ottenuti dalle imprese ticinesi Mabetex e soprattutto Mercata per i lavori di ristrutturazione del Cremlino. La procura russa, che aveva lanciato il procedimento chiedendo assistenza giudiziaria alla Svizzera, ha archiviato il caso lo scorso dicembre, per «assenza di reato».

Arrestato a New York il 17 gennaio su richiesta della giustizia ginevrina, Borodin era stato estradato verso la Svizzera sabato scorso. Era stato immediatamente incriminato dal giudice Daniel Devaud e trasferito in carcere. Lunedì il russo è stato trasferito all’ospedale cantonale di Ginevra per problemi al torace. Giovedì, dopo il pagamento della cauzione, ha lasciato il nosocomio contro il parere dei medici e si è recato alla rappresentanza russa.

swissinfo e agenzie

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